Negli anni Ottanta, Nastassja Kinski è stata molto più che una diva globale e un sex symbol ammirato in tutto il mondo, imponendosi come una tra le due-tre icone...
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Ospite in questi giorni di «Capri, Hollywood», l'attrice tedesca è oggi mamma soddisfatta e orgogliosa di tre figli e sembra essere riuscita a scendere a patti con un'esistenza intensa come poche altre, caratterizzata da un successo travolgente giunto quando lei era ancora poco più che adolescente e dal rapporto storicamente tormentato col padre, l'attore Klaus Kinski, scomparso nel 1991: quando, nel 2013, la sorella maggiore Pola pubblicò un libro-shock nel quale svelò gli abusi paterni andati avanti per anni, Nastassja non esitò a definirla un'eroina.
Sull'isola la Kinski appare rilassata e concentrata su un presente fatto di serenità familiare e di tanti progetti artistici. «Già da tempo sono profondamente affascinata dal mondo dello sport e dalle figure dei grandi sportivi del passato e del presente. In particolare, mi interessa molto la loro capacità di non mollare mai e di affrontare e superare i momenti di difficoltà, grazie alla concentrazione e a una forza di volontà fuori dal comune. A questo mondo dedicherò una serie di documentari alla quale sto lavorando già da un po'. Saranno dedicati ad alcuni big dello sport mondiale: da Sergej Bubka a Magic Johnson, da Mohammed Ali a Nadia Comaneci, ma anche ad atleti italiani importanti come Federica Pellegrini e Mario Balotelli. Trovo straordinaria la storia del calciatore italiano di origini ghanesi per le tante difficoltà che questo ragazzino figlio di immigrati ha dovuto superare per diventare una star del calcio ammirata in tutto il mondo. Vorrei andare a Nizza per incontrarlo, ricordo di essere stata colpita dai suoi gol alla Germania, visti su un maxischermo, in piazza a Roma. Naturalmente molti mi chiedono di parlare di Maradona. Il progetto dei documentari è un work in progress ma già in fase avanzata, poiché l'ho scritto e ho già raccolto tanto materiale d'archivio. Sarà destinato alla tv, spero di poter arrivare presto alla fase di produzione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino