«Natale in casa Varriale» sbanca in Nuova Zelanda: la commedia di Mario Salieri vince al Queenstown Film Festival

Il regista di film per adulti ha vinto una rassegna di cinema tradizionale

Mario Salieri regista di Natale in casa Varriale
La commedia «Natale in casa Varriale» diretta da Mario Salieri ha vinto al Queenstown Film Festival in Nuova Zelanda come miglior Dark Comedy e ha ottenuto una...

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La commedia «Natale in casa Varriale» diretta da Mario Salieri ha vinto al Queenstown Film Festival in Nuova Zelanda come miglior Dark Comedy e ha ottenuto una menzione speciale della giuria. Il più premiato regista al mondo nel cinema d’intrattenimento per adulti, vince così anche nei festival del cinema “tradizionale” con la versione censurata di “Natale in casa Varriale” già selezionata in concorso alla 77° edizione del Festival del cinema di Salerno, all’Ostia International Film Festival a al Lift-Off Global Network 2024 di Berlino.

In «Natale in casa Varriale», Salieri compie una radicale rivisitazione della «commedia sexy all’italiana», il genere cinematografico sorto in Italia negli anni settanta del novecento che conobbe un grande successo di botteghino e rese celebri molte attrici dell’epoca quali Laura Antonelli, Edwige Fenech, Gloria Guida e tante altre ancora. Il film si sviluppa in cinque atti, ciascuno intitolato con una data compresa tra il 23 e il 27 dicembre 1985. Sia il titolo che l’inizio della commedia potranno trarre in inganno lo spettatore, perché gli elementi sembrano essere quelli della classica farsa napoletana comica, interpretata da personaggi spassosi e superficiali.

Lentamente, però, i toni della narrazione cambiano e si manifestano le reali identità di tutti i protagonisti, molto diverse da ciò che sembrano in apparenza. Nella rilettura compiuta da Mario Salieri le differenze con il passato risultano numerose e ai caratteri distintivi del genere, fondati da erotismo e comicità, si aggiungono sfumature drammatiche e temi di denuncia sociale.

Con questo film il regista tenta ancora una volta di ridurre il divario sociale e mediatico tra il cinema per adulti e quello “tradizionale”, perché, secondo Mario Salieri: «La pornografia audiovisiva non è, e non deve essere, rappresentata solo ed esclusivamente da prodotti volgari, superficiali e ripetitivi destinati alla visione di un pubblico superficiale e sbrigativo alla ricerca di facili emozioni». Quella di Salieri è una nuova visione del cinema per adulti che, attraverso alcune modifiche per adeguare i film alle normative di legge e alle regole deontologiche, vorrebbe portare anche sulle piattaforme streaming con Netflix o Prime.

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Il Mattino