Gattopardo e Ferrante, ecco le nuove sfide di Netflix (a Roma)

Gattopardo e Ferrante, ecco le nuove sfide di Netflix (a Roma)
Netflix trova casa a Roma, nel villino Rattazzi di via Boncompagni, a due passi da via Veneto, e per l'inaugurazione della nuova sede conferma il proprio impegno in Italia...

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Netflix trova casa a Roma, nel villino Rattazzi di via Boncompagni, a due passi da via Veneto, e per l'inaugurazione della nuova sede conferma il proprio impegno in Italia anticipando titoli e progetti della prossima stagione in una maratona smart condotta, non a caso, dall'attrice comica Michela Giraud. Aria di festa, ospiti e tante novità: si va dalla serie tratta dal «Gattopardo» con la regia di Tom Shankland, un inglese innamorato della Sicilia e di un capolavoro «che riesce a parlare in modo diverso ad ogni generazione», a «Inganno», una storia sull'amore difficile tra una donna matura e un ragazzo scritta da Teresa Ciabatti; dal nuovo progetto animato di Zerocalcare dopo il successo di «Strappare lungo i bordi» a «Lotto Gang», sulla truffa da novanta miliardi di vecchie lire compiuta ai danni del lotto nell'hinterland milanese a metà degli anni Novanta.

Senza dimenticare «La vita bugiarda degli adulti», già annunciata: «Una serie evento» dice la vicepresidente Tinny Andreatta, «con una straordinaria Valeria Golino e la forte regia di Edoardo De Angelis che conosce bene Napoli nei suoi colori». E ancora: la prima serie natalizia della costola italiana del colosso streaming, che s'intitola «Odio il Natale» ed è interpretata da Pilar Fogliati nei panni di una quasi trentenne alle prese con famiglia e amici che sotto l'albero vorrebbero vederla accasata. Oppure l'action movie «Il mio nome è vendetta» di Cosimo Gomez con un tonico Alessandro Gassmann («Non ero così in forma da anni, non voglio fare altro che film d'azione in cui ammazzo un sacco di gente») e il reality «Summer Job» in cui un gruppo di ragazzi viene portato in Messico con l'idea di una vacanza paradisiaca e si ritrova a fare i lavori più duri, con Matilde Gioli nell'insolito ruolo di conduttrice: «Mi sono sentita la sorella maggiore dei concorrenti».

Qualità, identità e varietà al centro di un'offerta che spazia tra i generi e vuole dare voce a talenti affermati e artisti emergenti. «Storie inedite capaci di riflettere la ricchezza dello storytelling italiano per un'audience nazionale e internazionale». Il fondatore e co-Ceo di Netflix Reed Hastings festeggia, con l'apertura della sede, i cinque David di Donatello appena vinti da «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino e «i cinque milioni di abbonati in Italia». Tinny Andreatta, affiancata dalla direttrice cinema Sara Furio e dal manager non fiction Giovanni Bossetti, spiega: «Vogliamo raccontare questo Paese con uno sguardo nuovo, al di là degli stereotipi, rompendo tabù e toccando temi altrimenti esclusi dalla narrazione. Vogliamo indagare l'altra faccia dell'Italia, quella misteriosa, proibita, coraggiosa che sa far pensare e volare l'immaginazione».

Si punta al pubblico giovane con i film «Love & gelato», racconto di formazione sulle vacanze romane di una ragazza americana, scritto e diretto da Brandon Camp, «Sotto il sole di Amalfi», romantico sequel di «Sotto il sole di Riccione», e «Per lanciarsi dalle stelle», dal romanzo di Chiara Parenti, ma anche con la quinta stagione di «Skam» e «Di4ri». Una speciale attenzione è dedicata alle storie al femminile, come «Lidia Poet», con Matilda De Angelis prima donna avvocato del diciannovesimo secolo, e «Briganti». Tra i film in uscita nel 2022 l'heist movie «Rapiniamo il Duce» con la regia di Renato De Maria: «L'impresa impossibile di appropriarsi del tesoro di Mussolini fatta da personaggi improbabili». Nel cast Pietro Castellitto e Isabella Ferrari diva del cinema muto e moglie del gerarca fascista Filippo Timi («finalmente sono uscita dalla comfort zone dei ruoli di madre»). Tra i nuovi progetti non fiction ecco «Wanna», docuserie crime con tocchi pop su Wanna Marchi, quattro episodi che ricostruiscono la sua controversa vicenda e rileggono un momento storico e il boom delle televisioni private negli anni Ottanta. E, infine, «Il caso Alex Schwazer», il racconto dell'ascesa e caduta di un campione sullo sfondo di un'intricata vicenda sportiva, giudiziaria e umana.
 

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Il Mattino