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Mahmood, Coez, Tha Supreme, Marracash, Gué Pequeno, Emis Killa, Madame, Shablo, Ginevra. No, non è la sfilza di ospiti dell'ultimo disco rap o urban finito in cima alle classifiche: sono i nomi degli artisti presenti nella colonna sonora di Zero, la nuova serie originale italiana prodotta da Netflix in uscita il 21 aprile. Ispirata al romanzo Non ho mai avuto la mia età di Antonio Dikele Distefano del 2018, è ambientata a Milano, la culla del nuovo rap italiano. Le vicende ruotano intorno a un non meglio identificabile quartiere della periferia, il Barrio (così si intitola anche la hit del 2019 da due Dischi di platino di Mahmood), la cui esistenza viene messa a rischio da un gruppo di speculatori: un po' come la via Gluck di Celentano, ma cinquantacinque anni dopo.
Il protagonista è Omar, un ragazzo capace di diventare invisibile: userà il suo superpotere per salvare il quartiere. Lo interpreta il 25enne Giuseppe Dave Seke, padovano ma nato in una famiglia congolese - i genitori arrivarono in Italia nel 92: la madre lavora come cuoca in una mensa, il padre come magazziniere - che in passato grazie al rap riscattò un'adolescenza difficile: iniziò a spacciare a 14 anni, poi nel 2015 finì in carcere per una rapina a un benzinaio di Chioggia (provò a portargli via 15 mila euro).
È alla scena rap e urban che guarda la colonna sonora di Zero. Non solo italiana, ma anche internazionale, come testimonia la presenza di pezzi portati al successo oltremanica o oltreoceano da Lil Wayne (22 milioni di ascoltatori mensili su Spotify), Fka Twigs, Lous and the Yakuza (vista a Sanremo come ospite di Gaia per la cover di Mi sono innamorato di te di Tenco). Alcuni artisti sono stati coinvolti anche in maniera più importante. Marracash, ad esempio, ha firmato un pezzo inedito, 64 barre di paura, presente anche nello spot della serie. Un altro inedito, intitolato semplicemente Zero, lo ha scritto Mahmood, che Netflix ha coinvolto anche come supervisore musicale dell'ultimo episodio della serie: tra i brani c'è Rajasthan di Ginevra, torinese classe 93 che con la voce di Soldi ha composto Glicine, la canzone presentata da Noemi in gara a Sanremo. Zero strizza l'occhio ai ragazzi di seconda generazione: non a caso è la prima serie con attori afroitaliani e tra i registi c'è l'italo-egiziano Mohamed Hossameldin (candidato ai David di Donatello nel 2019 con il corto Yousef).
E non a caso è tratta da un libro di Antonio Dikele Distefano, 28 anni, nato a Busto Arsizio da genitori angolani, che da self publisher è arrivato a farsi stampare da Mondadori, conquistando la tv (l'anno scorso su Sky con Quello che è - Nuove storie italiane ha intervistato, tra gli altri, Elodie e il rapper di origini nigeriane Tommy Kuti). In passato anche lui, proprio come Giuseppe Dave Seke, provò a svoltare con il rap: con Ghali fondò un'etichetta per scoprire nuovi talenti della scena, Sto Records (ora distribuita dalla multinazionale Warner). Oggi fa parte del roster di personaggi seguiti da Marta Donà, potente manager dietro al successo dei Maneskin e Francesca Michielin. I suoi cinque romanzi hanno venduto 300 mila copie. Il 12 aprile quello da cui è tratta Zero sarà ristampato.
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