Il produttore Nicola Giuliano: «Gomorra è un ottimo lavoro»

Il produttore Nicola Giuliano: «Gomorra è un ottimo lavoro»
«Ho visto le prime due puntate di Gomorra 3 e penso che sia davvero un ottimo prodotto». Nicola Giuliano, produttore del film Premio Oscar La Grande Bellezza, ha...

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«Ho visto le prime due puntate di Gomorra 3 e penso che sia davvero un ottimo prodotto». Nicola Giuliano, produttore del film Premio Oscar La Grande Bellezza, ha commentato così la recente inaugurazione su Sky della nuova attesa stagione della serie Tv che ha rivoluzionato l'immagine di Napoli. Il produttore è intervenuto a Il Sabato delle Idee, iniziativa promossa da Marco Salvatore, che per l'occasione ha concentrato il dibattito sul cinema «Di e Da Napoli».

 
Per il produttore cinematografico tutte le polemiche intorno alla serie sono sterili: «Proprio non sopporto chi pensa di potersi ritagliare il ruolo di censore di cosa si può e non si può fare nel settore audiovisivo e in quello di qualsiasi tipo di arte - ha detto - Chi dice che questa serie non va bene in quanto trasmette un'immagine negativa di Napoli, si arroga un diritto che non può spettare a nessuno. Un prodotto cinematografico, un'opera d'arte o un libro, vanno giudicati in base ai valori estetici che produce. Un prodotto cinematografico è innanzitutto una sommatoria di fotografia, montaggio, recitazione, scrittura, regia. La critica di questo deve occuparsi».

Per Giuliano è «ridicolo» esprimere un giudizio rispetto a quello che si può o non si può raccontare di una città. «Si giudichino i film in base al loro valore artistico non in base al tribunale del popolo sulla moralità o l'immoralità. Tutto può essere raccontato, come racconta la storia del cinema. Si deve solo vedere come viene raccontato».
«Abbiamo visto straordinarie serie americane di criminalità ambientate a Detroit - ha concluso - ma gli abitanti si sono mai posti il problema dell'immagine della città? È narrazione che affonda le sue radici in qualcosa che esiste e che conosciamo bene. È troppo? È esagerato? ma chi può arrogarsi il diritto di dirlo». 
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Il Mattino