La storia intensa e struggente di un’amicizia fraterna nella Ostia degli anni Novanta ridotta a terra di nessuno dall’arrivo delle droghe sintetiche. Un contesto così...
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Dunque a correre per l'ambita statuetta sarà proprio il film di Caligari che racconta la storia intensa e struggente di un’amicizia fraterna nella Ostia degli anni Novanta, ridotta a terra di nessuno dall’arrivo delle droghe sintetiche. Un contesto così degradato che non lascia scampo né speranza.
Due i giovani attori, fenomenali, Luca Marinelli e Alessandro Borghi, destinati a lasciare il segno.
La storia. Siamo a Ostia, negli anni Novanta, e due ragazzi di strada trascinano la loro esistenza senza futuro tra spaccio, rapine, notti esagerate, macchine rombanti, consumo di ecstasy. Uno dei due, Vittorio, dopo essersi innamorato di una ragazza madre (l’attrice Roberta Mattei) decide di abbandonare la cattiva strada e si mette a fare il muratore. Prova a trascinare al lavoro anche l’amico fraterno, Cesare, che però non ce la fa e continua a vivere alla sua maniera scellerata, malgrado la preoccupazione della sua ragazza (Silvia D’Amico, un’altra scoperta del film). In un crescendo drammatico, l’epilogo della storia non lascia né vincitori né vinti, ma solo la certezza che l’amicizia tra i due protagonisti è più forte delle circostanze e perfino del destino.
Il film. “Non essere cattivo” è il terzo e ultimo film di Claudio Caligari, scomparso nel maggio scorso proprio alla fine delle riprese. E’ stato Valerio Mastandrea, nelle vesti di produttore, a completare il montaggio e a battersi come un leone per trovare altri partner produttivi. «Dopo due film di culto come "Amore tossico” e “L’odore della notte” - racconta Mastandrea - Claudio voleva raccontare un’amicizia grandissima in un contesto sociale che la corrompe e la stritola. L’arrivo dell’ecstasy in periferia sancisce la fine dell’innocenza dei protagonisti che sarebbero piaciuti a Pasolini. Il regista racconta la storia ”dal basso”, senza salire in cattedra né giudicare».
Gli attori. Luca Marinelli, 30 anni, fa Cesare e ha detto durante la presentazione a Venezia: «Caligari ci ha insegnato il coraggio e io ho interpretato il mio personaggio con tutto me stesso, senza paura». Alessandro Borghi, 29, ha rincarato: «Mi sono lasciato travolgere dalle emozioni, già durante le riprese ero consapevole di partecipare a un film speciale, destinato a lasciare il segno».
Silvia D’Amico (28), ha raccontato che il regista l’ha scelta guardandola negli occhi: «Voleva cogliere, prima del talento, la mia sensibilità personale». Aggiunge commossa Roberta Mattei: «Sono anch’io cresciuta in periferia, leggendo Pasolini, e ritrovarmi tra i protagonisti di questo film è stato semplicemente un sogno». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino