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«Non si vede bene che col cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi», scriveva nel 1943 Antoine de Saint-Exupéry in Il piccolo principe, mentre l'Europa gli ardeva attorno. Ed è in questo conflitto tra illusione e realtà, tra sogno e barbarie, nel gorgo di una guerra mondiale ancora là da finire, che nasceva una generazione di artisti destinata a lasciare una traccia profonda nella seconda metà del Novecento, una generazione di fenomeni.
Prova ne sia la quantità di personaggi nati sotto le bombe che sono comunque riusciti a coltivare la loro rosa e in questo 2023 raggiungono il traguardo degli 80 anni. Gente come Mick Jagger, che li compie il 26 luglio, e Keith Richards (che lo segue il 18 dicembre), da sessant'anni «Glimmer Twins», gemelli scintillanti, sopra e sotto al palco dei Rolling Stones, ancora, e ormai per sempre, la più grande rock and roll band del mondo.
Gente come Roger Waters, che festeggerà il 6 settembre, dopo essersi congedato dal pubblico europeo con le 39 date di quel «Farewell tour (This is not a drill)» al via da Lisbona il 17 marzo, con tappe a Milano (27, 28, 31 marzo e 1 aprile) e Bologna (21, 28 e 29 aprile). Dopo aver pubblicato l'ep casalingo «The lockdown session», rielaborando tra le quattro mura domestiche i brani che eseguiva nel bis dell'«Us+Them tour», l'ex Pink Floyd ha coinvolto i Måneskin nel documentario che ha realizzato per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vicenda di Nûdem Durak, cantautrice curda imprigionata in Turchia nel 2015 e condannata, a causa della sua musica, a 19 anni di reclusione per «propaganda terroristica».
Ma la lista degli ottantenni eccellenti - e qui ci limitiamo al mondo della musica - comprende anche jazzisti come George Benson, Gary Burton e Maceo Parker, un re della musica black quale Sly Stone, la sovrana della disco anni 70 Gloria Gaynor, l'autore di «Mandy» Barry Manilow, il chitarrista Steve Miller e Pete Sinfield, paroliere di King Crimson, Emerson Lake & Palmer, Roxy Music (ma anche Premiata Forneria Marconi e Angelo Branduardi).
Ottant'anni pure per la poetessa del Canyon Joni Mitchell, all'anagrafe Roberta Joan Anderson, nata il 7 novembre del 1943 a Ford Macleod, in Canada, e per l'hidalgo madrileno Julio Iglesias, con 350 milioni di dischi venduti uno degli artisti di maggior successo di tutti i tempi.
Avrebbero compiuto 80 anni, se non se ne fossero andati anzitempo l'ex Beatles George Harrison, Johnny Hallyday, il bassista dei Cream Jack Bruce, John Denver, Ronnie Spector delle Ronettes, Pablo Milanès e due membri eccellenti del Club dei 27 quali Janis Joplin e Jim Morrison.
Si preparano, invece, a festeggiarli Orietta Berti l'1 giugno, col vento in poppa della popolarità che hanno saputo restituirle tv e il tormentone «Mille» mandato in radio con la complicità di Fedez e Achille Lauro; Albano Carrisi, il 20 maggio; ma anche il professor Roberto Vecchioni, il 25 giugno; l'italiano vero Toto Cutugno, il 7 luglio.
Disputa sul fatto se un naturalizzato italiano come il gallese Mal, all'anagrafe Paul Bradley Couling, sia nato a Llanfrechfa il 27 febbraio del 43, come si vocifera, o del '44 come scritto in diverse biografie. Nessun dubbio, invece sui natali dell'italo-belga Salvatore Adamo: l'autore di «La notte» è nato a Comiso l'1 novembre del '43. Il 18 febbraio di quell'anno è nato, invece, a Lodi Riccardo Sanna, il «Pete Seeger italiano» conosciuto ai più come Ricky Gianco, il 28 febbraio a Santa Maria a Vico il casertano Claudio Mattone e il 21 settembre, a Genova, Ombretta Colli. Tanti auguri a tutti.
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