È stato definito un corto indigesto. Si avvertono richiami ancestrali in effetti ne «La gatta mammona», una sinestesia di generi. opera prima da...
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L'attore che il 17 novembre interpreterà Giuseppe Avitabile in Gomorra su Sky e nel 2018 sarà in "Palato Assoluto" e in "Ricchi di fantasia" e a teatro con "I sette vizi napoletani", si è interrogato spesso sul mondo transessuale anche con un'opera personale portata a teatro e per quanto creda nell'importanza di valorizzare le differenze di genere, si è prestato a La gatta mammona perché «è un atto di libertà». Un'opera che celebra il cinema non come strumento di evasione ma é come modo per connettersi il proprio inconscio infatti il regista ha voluto rinchiuso i protagonisti uno spazio misterioso, invalicabile dove crolla no le maschere, le convenzioni sociali e ognuno è diverso da come appare.
Il corto, girato in soli cinque giorni dopo quattro mesi di preparazione, parteciperà allo Short Film Festival di Torino, verrà presentato al mercato internazionale del Festival Clermont Ferrand (primo festival al mondo dei corti), allo Short Film Market del Festival di Torino nonché sarà in concorso ai David di Donatello. Tutti i personaggi sono stati scelti perché «recanti delle ferite interiori o i tratti della disperazione» spiega Cipolletta. La trama racconta la storia di Moncherì, una transessuale che per sbarcare il lunario si prostituisce.
Tra i suoi clienti c’è un commissario di Polizia, ma anche uno studente e una donna sposata. La scelta del titolo «La Gatta Mammona» richiama un vissuto culturale napoletano, una tradizione che rappresenta la gatta mammona con sembianze demoniache ma anche come simbolo di buona sorte quindi un ibrido come la trans protagonista del corto: da un lato conduce nel girone della perdizione e dell'altro regala momenti di felicità.
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Il Mattino