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Se uno avesse mai dubbi sull’identità dello sposo, 82 anni, il nome scelto per indicare i tavoli destinati agli ospiti li toglie immediatamente: «Addio amore», «Amore amaro», «’O bene mio», «La sfida», «Calibro 5»... Inutile aggiungere che al tavolo «Nun t’aggia perdere», la più famosa delle sue canzoni, siedono marito e moglie, Pino Mauro, alias Giuseppe Mauriello da Villaricca, e Clara Garofano.
Lei era in bianco, lungo, anche se le nozze, civili, a Cinisello Balsamo, arrivavano dopo una relazione lunga quarantacinque anni, che ha portato alla coppia due figli, Michela e Jole, e una nipotina, Sofia, felicissima della giornata, forse la più felice e sorridente di tutti; lui elegantissimo e smargiasso come sempre, in un abito blu elettrico con cravatta bianca.
Una maniera per regolarizzare un’unione che ha resistito a scosse di ogni tipo, per far festa con amici e parenti al ristorante Al Laghet, per una volta lontani dalle atmosfere dei matrimoni napoletani, ma forse neanche troppo, perché in un giorno di festa così non puoi impedire a un re della sceneggiata di cantare, di commuoversi e commuovere.
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Vedovo, tre figli avuti dal matrimonio precedente, al centro di un revival tra dischi, libri e docufilm, Mauro ha avuto una vita spericolata, ha riempito teatri e venduto tanti dischi, si è fatto una fama di leone della melodia veteromelodica, ha fatto per decenni avanti e indietro tra Napoli e Cinisello Balsamo, ma ieri era emozionato come un giovanotto alla sua prima esperienza.
Nell’atmosfera gioiosa creata da una bella famiglia allargata, gli sposi hanno festeggiato per tutto il pomeriggio con una cerimonia al termine della quale, un po’ emozionato, Pino Mauro ha cantato - e con lui ha voluto esibirsi anche la piccola Sofia - alcuni dei suoi grandi successi per i suoi parenti e amici, arrivati a portargli gli auguri da Milano, molti da Napoli, da ogni parte d’Italia.
Il Mattino