«Pulcinella e compagnia bella», Mauriello padre e figlio in scena al Sancarluccio

«Pulcinella e compagnia bella», Mauriello padre e figlio in scena al Sancarluccio
È un Pulcinella contemporaneo, quello interpretato da Giovanni e Matteo Mauriello, in scena sino al 20 marzo al Nuovo Teatro Sancarluccio. Scritto da Paola Ossorio,...

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È un Pulcinella contemporaneo, quello interpretato da Giovanni e Matteo Mauriello, in scena sino al 20 marzo al Nuovo Teatro Sancarluccio. Scritto da Paola Ossorio, «Pulcinella e compagnia bella», nato come reading, è diventato una pièce teatrale, da lei diretta con Bruno Buonicontri. Pochi elementi scenici nei colori del bianco e del nero che richiamano la celebre maschera. La maschera si sdoppia, è junior e senior, nel rapporto padre-figlio che i due artisti portano dalla vita alla scena.«È un racconto a due voci», spiega Matteo, «in cui interpreto sia il narratore che Pulcinella bambino. Sono una figura in evoluzione, racconto di quando mio padre mi ha partorito, mi ha educato e preparato alla vita. M'interfaccio con lui sui temi classici della nostra maschera, la fame atavica, i numeri artistici, il lavoro, ma in maniera nuova».


Con il costume tradizionale: camicione, maglia rossa, maschera e cappello Giovanni, il vecchio; vestito tutto di bianco, con «lupetto» e giacca, il giovane: «Uso un copricapo alla pescatora, poi la coppola e la maschera, che però tolgo e porto quasi sempre in mano».Uno spettacolo in stile surreale con animali che intervengono a significare le difficoltà della vita, tra lumachine e uccelloni. «La mamma di Pulcinella, Columbrina», chiarisce l'ex Nccp, già interprete di «La Gatta Cenerentola», «viene solo ricordata: è andata vita, lasciando a me il peso di crescere il bambino».Tutta una metafora, dunque, «uno svelamento dell'anima», in stile un po' fiabesco e visionario per questa messinscena che mette sullo stesso livello testo e musica. Germano Mazzocchetti ha musicato le parole della Ossorio, componendo dieci canzoni.Oltre i canoni pulcinelleschi, padre e figlio litigano, pranzano insieme in casa, s'incontrano e si scontrano, per rappresentare le fasi di crescita del percorso di vita che riguarda il genere umano. Alla fine il padre, ormai vecchio, spezza il cordone ombelicale e lascia andare il figlio per la sua strada. Si alza e toglie la maschera, in un empito di riscatto e sicurezza, quando junior gli dimostra che non la usano soltanto loro, ma tutta l'umanità per nascondere le proprie paure.Padre e figlio nella vita e sulla scena. Giovanni, com'è lavorare con Matteo? «Abbiamo un bel rapporto e va benissimo. Lui ha scoperto questo mestiere fin da piccolo quando mi seguiva nei teatri. Ne ha fatto il suo futuro».


Lo spettacolo sarà ancora in scena al Sancarluccio venerdì 18 e sabato 19 marzo alle 21 e domenica 20 marzo alle 18.
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Il Mattino