Dopo il Cda di ieri e in vista della presentazione dei palinsesti il prossimo 28 giugno, esplode il caso Fabio Fazio e la Rai è travolta non solo dalle polemiche ma anche...
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Il prossimo appuntamento per il Consiglio d'amministrazione comunque sarà già martedì quando si troveranno in audizione proprio in Vigilanza: «la prima analisi sarà su Fazio ma poi su tutti i palinsesti, perchè fermo restando che si tratta di scelte strettamente editoriali del dg e del cda, alla Vigilanza toccano gli indirizzi generali. Faremo un approfondimento con un ciclo di audizioni e io farò anche delle interrogazioni su tutta la questione», annuncia il presidente, esponente M5S, Fico. Però il tema centrale resta Fabio Fazio, che per Fico è «il classico comunista col cuore a sinistra e portafogli a destra. Prima voleva andarsene in un'altra tv. Ora che è arrivato il suo compare Orfeo e gli aumentano lo stipendio non vuole più scappare dalla Rai a cui deve tutto».
Si parla di un compenso di Fazio che «passa da 1,8 milioni di euro annui a 2,8. Un aumento del 50%, mentre l'azienda con una direttiva approvata dal Cda solo una settimana fa si impegnava a tagliare di almeno il 10% tutti i compensi sopra al tetto da 240mila euro», spiega Anzaldi nel suo esposto ad Anac e Corte dei Conti. Ma introduce anche un'altra questione: «la produzione delle puntate della trasmissione di Fazio verrà affidata, in appalto parziale, ad una costituenda società: il Cda di un'azienda pubblica può deliberare di stipulare un contratto di appalto con una società che ancora, a quanto risulta, non esiste? Società di cui, peraltro, sarà socio lo stesso soggetto già beneficiario del contratto principale?». Insomma per l'esponente del Pd, «di fronte al silenzio o addirittura la connivenza dei consiglieri di amministrazione, che hanno approvato un contratto che smentisce quanto hanno deliberato solo una settimana prima, è opportuno che siano le autorità di controllo Corte dei Conti e Anac a valutare se siamo di fronte o meno a degli abusi».
Ma le critiche non sono solo per il compenso di Fazio. «Non c'è un aumento del pluralismo da quanto si legge dalle cronache. Eppure la mancanza di voci diverse, soprattutto nei talk show, è stato uno dei motivi principali di critica all'ex dg Campo Dall'Orto», chiosa Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia e vicepresidente di Palazzo Madama (FI), che teme la chiusura de L'Arena di Giletti perchè parlava con troppa chiarezza, come «ad esempio ha detto la verità sul caso Fini». Tra i consiglieri prende le distanze Carlo Freccero che sostiene di avere intenzione «di battagliare dall'interno del consiglio. Sarà una battaglia continua e costante - dice - perchè errori se ne compiono continuamente».
A questo proposito racconta: «Io ho proposto persino la rivalutazione di Tv7 spostandolo al mercoledì in seconda serata.
Il Mattino