Riccardo Muti tra i templi di Paestum: «Serve armonia nei suoni e nella società»

Riccardo Muti tra i templi di Paestum: «Serve armonia nei suoni e nella società»
La luna, i templi, la musica. La più giovane orchestra su ciò che c'è di più antico. E il cuore ammutolisce. In 23 anni, molte città ferite...

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La luna, i templi, la musica. La più giovane orchestra su ciò che c'è di più antico. E il cuore ammutolisce. In 23 anni, molte città ferite nel mondo, segnate dall'orrore, da Sarajevo a Beirut, da Teheran a Gerusalemme, hanno provato tutto questo, estasi ed emozione: oggi Riccardo Muti è sul podio a Paestum, idealmente unita con Palmira, altra civiltà straordinaria ma inaccessibile poiché distrutta dal terrorismo. Così il maestro restituisce un principio alla bellezza e all'arte, oltre i lutti e le crisi, lì dove «i governanti sono spesso colpevoli, mentre si muore di fame e malattie, sotto le bombe». «Serve armonia non solo nei suoni, ma nella società», è il suo appello, per costruire ponti di cultura e passione: con un linguaggio universale, ridando senso alla vita. 


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Il concerto «Le vie dell'amicizia» è in ricordo di Hevrin Khalaf, giovane donna curda uccisa in un agguato, e dell’archeologo Khaled Al-Asaad, custode del patrimonio siriano perduto nonché vittima dell’Isis nel 2015.  

L'orchestra è la Giovanile Luigi Cherubini: con i musicisti della Syrian Expat Philharmonic Orchestra, esegue la terza sinfonia in mi bemolle maggiore. L'Eroica di Beethoven, una partitura drammatica, cui si aggiungono l'esibizione di due artiste curde, Aynur Doğan e Zehra Doğan, e le difficoltà imposte dalla distanza tra strumenti per le norme anti-contagio. 

Sono 800 gli spettatori in una platea di abiti informali, ridotta ai tempi del Covid-19, le sedie da moltiplicare per due. Solo un settore ha posti ravvicinati per i congiunti. Ticket subito sold out, ma il pubblico è diverso da quello delle grandi occasioni: meno glamour, più caloroso, e applaude tra un tempo e l'altro, anche prima e dopo la marcia funebre. Con standing ovation finale.


L'incasso va in beneficenza. E, per chi non ha trovato il biglietto, c'è la possibilità di vedere l'incanto: il 23 luglio alle 23,15 su Raiuno. Un evento, come sottolinea il maestro Muti, «in uno spazio unico» che rilancia l'immagine della Campania, ed è sostenuto dalla Regione con la Camera di Commercio di Salerno e il Ravenna Festival, promosso e organizzato dalla Scabec in collaborazione con il Parco archeologico di Paestum e Velia («Pronto a ospitare altri spettacoli», annuncia il direttore Gabriel Zuchtriegel) e il Comune di Capaccio. In pieno accordo, la polemica tace.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino