In prima tv assoluta, dopo il grande successo all'ultima Mostra d'arte cinematografica di Venezia e, nel dicembre scorso, l'uscita evento nelle sale...
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Selezionato ai Nastri d'argento 2017 nella sezione “Cinema del Reale” e presentato, oltreché a Venezia, ai prestigiosi International Documentary Filmfestival di Amsterdam (IDFA), Atlántida Film Festival di Palma di Maiorca e alla 20° edizione del Shanghai Film Festival, il film ora approda sul servizio pubblico. Le facce vere dei babyboss - per la prima volta sullo schermo - il loro racconto diretto e senza alcuna mediazione, descrivono un intero popolo giovane ridotto a carne da macello, che ha evaso, nell'indifferenza delle istituzioni, qualunque obbligo scolastico, che non parla italiano e che ha i denti devastati dalla droga, ma che esprime sentimenti e passioni di una forza sconosciuta al Paese "normale". «Tu queste cose le devi fare, ora. Perché se vai in galera per vent’anni, esci e hai tutta la vita davanti». È questa la concezione del mondo di quei soldati bambino che a 15 anni imparano a sparare, a 20 sono killer consumati e a 30 spesso non ci arrivano nemmeno.
Robinù, prodotto da Zerostudio’s e da Sandro Parenzo per Videa Next Station, è un film documentario di Michele Santoro; da un’idea di Michele Santoro e Maddalena Oliva; sceneggiatura di Michele Santoro, Maddalena Oliva, Micaela Farrocco; fotografia di Raoul Garzia e Marco Ronca; suono di Peppe Vitale e Valentino Bianchi; musiche originali di Lele Marchitelli; aiuto regia e montaggio di Alessandro Renna. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino