Plana sulle ali dell'umiltà, nonostante brandisca da anni uno degli scettri dei grandi successi musicali italiani. Ron in concerto al Napolinfest per i...
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In prima fila nella lotta alla Sla, da cose nasce questa missione?
«Da quando un mio caro amico, l'oncologo Mario Melazzini, è stato colpito dalla malattia, mi sono sentito coinvolto».
Cosa risponde a chi cerca ancora le similitudini e il plagio all'interno delle canzoni?
«Non ho mai avuto niente contro chi in fondo compone canzoni con un fondo di similitudine con un'altra, l'importante è farlo bene»
Ha iniziato la carriera con il suo vero nome. Adesso c'è questa tendenza dei talent di presentare i nuovi cantanti solo con il nome, per abituarli ad essere effimeri e di passaggio o invece perché c'è una maggiore valorizzazione dell' identità a dispetto della ricerca del personaggio?
«I talent abituano alla confidenza e ai nomi propri e il pubblico si affeziona».
Rischiamo di avere tantissimi doppioni...
«Si, ma il mondo è cambiato: a volte è meraviglioso, a volte non lo è per niente»
I talent non sono meravigliosi?
«Mi sono affezionato ad alcuni cantanti usciti dai talent come la Ferreri, che già conoscevo, o Mengoni. Alcuni rimarranno»
La “storia di Maddalena” è stata incisa dalla Loren, quali i ricordi?
«Ho avuto l'onore di stare vicino alla Loren per tre giorni, mentre incideva una canzone scritta anche da me. L'accompgnavo alla chitarra. Si accorso di me solo l'ultimo giorno chiedendomi: "ma lei canta?". Ero piccolo, avevo 18 anni e le dissi di aver appena inciso un disco (Il gigante e la bambina) e lei si scusò dicendo che viveva in America e non mi conosceva. Poi il giorno dopo si fece firmare il mio disco».
A fine anni '70 ha interrotto la carriera di cantante per dedicarsi all'attività di attore, un artista deve essere poliedrico o deve concentrarsi su quello che sa fare meglio?
«Un artista deve saper fare tutto, se sa farlo bene. Non so se non stato un bravo attore ma adoro il cinema e quando mi proposero di recitare una parte ho accettato senza esitazione»
Ha scritto canzoni per i più grandi ma come si fa a non essere gelosi dei propri progetti musicali che sono come creature?
«Ci sono canzoni come "Attenti al Lupo" che non erano adatte a me e allora meglio che le cantino altri che sanno valorizzarle»
D'accordo con tutti ma c'è qualcosa che dà fastidio o ti fa andare fuori di senno?
«La stupidità anche nel mondo dello spettacolo. Alcuni sono in mezzo alla musica ma non la amano e questa cosa mi fa arrabbiare»
Ha scritto una biografia, "Tutta la vita a cercare me", alla fine ce l'ha fatta, si è trovato?
«Non credo che ci riuscirò mai, sono molto complicato»
Da uomo del Sud cosa manca a questa realtà per diventare capitale della musica?
«In questo momento gli artisti del Sud hanno più possibilità di andare avanti rispetto ad altri: si inventano continuamente e sono molto più interessanti di altri a livello nazionale».
Chi rappresenta Napoli dopo Pino Daniele?
«Nino d'Angelo è una persona di una simpatia travolgente, mi ha fatto girare Napoli in vespa. E' un grande autore, un pilastro che può rappresentare la musica napoletana e anche Gigi D'alessio è un buon cantante e fa il suo lavoro con grande dignità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino