Sal Da Vinci: «Riparto da "Scugnizzi" che compie vent'anni»

Sal Da Vinci: «Riparto da "Scugnizzi" che compie vent'anni»
E la nave va, di nuovo. La nave scalcagnata che era al centro di «La fabbrica dei sogni», spettacolo rimasto fermo in porto per due anni, causa pandemia, è...

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E la nave va, di nuovo. La nave scalcagnata che era al centro di «La fabbrica dei sogni», spettacolo rimasto fermo in porto per due anni, causa pandemia, è tornata a Napoli, da cui era partita con destinazione (spettacolare) New York. «Prima o poi dovevamo rimetterci in mare», sorride continuando il gioco di parole Sal Da Vinci, felicissimo del nuovo varo, questa sera, all'Augusteo, dove sarà fino a domenica con «Siamo gocce di mare... Il viaggio di ritorno», che ha scritto con Ciro Villano.

Un sequel, Sal?
«Anche, ma, soprattutto, un ritorno. In porto, a casa, in un teatro che chiamo casa visto quanto l'ho frequentato sopra e sotto il palco, a contatto con il pubblico. Non vedo l'ora, non vediamo l'ora e, dalle prime repliche di rodaggio, abbiamo capito che anche il pubblico non vede l'ora. Certo, ci sono ancora le mascherine e le orrende immagini della guerra in Ucraina, ma è tempo di tornare a vivere».

E quindi?
«Quindi, tranne Villano e mio figlio Francesco, ho cambiato il cast e ho chiesto nuovi arrangiamenti ad Adriano Pennino. Il plot è simile a quello dello spettacolo precedente, che doveva portare in giro le canzoni del mio ultimo album, Siamo gocce di mare, titolo suggerito da Renato Zero. Io resto il cantante che lavora su di una sgangherata nave da crociera. Ma devo cambiare il repertorio».

Che cosa ascolteremo?
«Le mie canzoni, ma anche quelle che ho sempre voluto fare mie senza mai averne l'occasione pur essendo adatte alla mia vocalità, al mio timbro. Quelle di Pino Daniele, che ascoltavo su cassette Super8 nella 124 Sport di mio padre appena lui scendeva di macchina: all'inizio non lo amava, non lo capiva, veniva dal belcanto, adorava Claudio Villa e Luciano Tajoli, poi è stato conquistato anche lui dal Nero a Metà. Quelle di Julio Iglesias, pirata della melodia. E, poi, un medley dedicato ai cantautori (Luigi Tenco, Sergio Endrigo) e uno di brani sanremesi degli anni Ottanta: sono stato per la prima volta al Festival nel 1984, ancora appresso a papà Mario, poi mi sono promesso che ci sarei tornato solo per cantare e così ho fatto, sino al 2009, quando sono arrivato terzo con Non riesco a farti innamorare».

Visto che siamo all'Augusteo: qui, il 15 marzo 2002, debuttasti con «C'era una volta... Scugnizzi», il musical di Claudio Mattone che ti ha dato il successo.


«E nel ventennale non potevo non aggiungere un medley con quelle canzoni al mio spettacolo. In mezzo ci sono gag, balletti, ricordi, racconti, una bella compagnia e tanti tecnici dietro le quinte: avevo promesso che il Covid non ci avrebbe affondati. E, infatti, ora la nave parte di nuovo. Sarà un viaggio di leggerezza, di condivisione, un modo per riconciliarci con il mondo e con noi stessi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino