«Una valanga di messaggi arrivano alla nostra redazione: il riferimento è alla performance di Achille Lauro che propone il gesto della spogliazione di...
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«Il festival esprime una ricerca di senso e di significato che non può essere messa tra parentesi. La pastorale stessa della Chiesa è chiamata a tenerne conto», prosegue il Direttore, il quale sottolinea che spesso anche i membri del clero si dilettano con i brani del festival e li citano durante le celebrazioni. Poi elogia Fiorello e il ripetuto appello dello showman alla pace e alla necessità di pace nel mondo odierno.
Infine, padre Enzo Fortunato arriva al sodo e commenta il gesto e le parole di Achille Lauro. Innanzitutto «vorrei rispettare la sincerità dell’intenzione», perché anche sui social il cantante ha ricordato la spoliazione come «il momento più rivoluzionario della sua storia». La stoccata del Direttore però è dietro l'angolo: «Rimane discutibile il modo e forse il luogo. Non possiamo ridurre quella scelta di radicale nudità e affidamento a Dio che si rivela come padre di ogni uomo a delle paillettes color carne. Necessaria una coerenza tra i contenuti del testo, le intenzioni e i gesti. La differenza è proprio qui».
La conclusione dello scritto è un sunto di quanto detto prima: «abbiamo bisogno di senso e significato; abbiamo bisogno di pace; abbiamo bisogno di solidarietà. E se oltre la musica concorrono i fatti tutto è più semplice o se volete più francescano».
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Il Mattino