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E stanotte si fa ancora più tardi, ai 28 big, veri e presunti, in gara, si aggiungono gli ospiti invitati per la serata dei duetti e delle cover, che spesso non solo tali, ma autocover (se si perdona l'ossimoro), magari automedley.
Anna Oxa coverizza sè stessa («Un'emozione da poco» con dj iLjard), come gli Articolo 31 (un medley con il reprobo Fedez), come Grignani («Destinazione paradiso» con Arisa), come Paola e Chiara (un medley con Mark Kremont). Come, per metà, Giorgia («Luce» e «Di sole e d'azzurro» con Elisa) e i Cugini di Campagna («Anima mia» e «La forza della vita» con Vallesi).
Ariete fa coppia con Sangiovanni («Centro di gravità permanente»), Elodie con BigMama («American woman»), Gianmaria con Manuel Agnelli («Quello che non c'è»), Will con Michele Zarrillo («Cinque giorni»), Lda con Alex Britti («Oggi sono io»), Lazza con Emma e il primo violino della Scala Laura Marzadori («La fine»), Levante con Renzo Rubino («Vivere»), Madame con Izi («Via del campo»), Mara Sattei con Noemi («L'amour toujour»), Mengoni con il Kingdom Choir («Let it be»), i Modà con Le Vibrazioni («Vieni da me»), Mr.
Colapesce-Dimartino fanno trio con Carla Bruni («Azzurro»). I Colla Zio fanno banda con Ditonellapiaga («Salirò»), i Coma_Cose con i Baustelle («Sarà perchè ti amo»), Leo Gassmann con Edoardo Bennato e il Quartetto Flegreo.
Per il rocker partenopeo è la seconda presenza all'Ariston, sempre come ospite: «La gara non è roba mia, la generazione dei cantautori la riteneva incompatibile con la propria missione, poi qualcuno ha cambiato idea. Io no. Torno a Sanremo per l'amicizia che mi lega a Leo, un ragazzo adorabile e un vero talento. Perché lui ha voluto duettare con me nel suo album “Io vorrei che per te”, dedicato a mia figlia Gaia. Perché siamo tutti e due consapevoli che non si può cambiare il mondo con le canzonette, ma vogliamo attingere emozioni e carica propositiva dal pubblico e restituirgli emozioni e propositività: accenneremo a versi di “A cosa serve la guerra”, mai così attuale come adesso, L'isola che non c'è e Il rock del Capitano Uncino». La prima volta qui di Edo risale al 2010: «Mi invitarono per cantare Tenco, nessuno dall'edizione del suo suicidio aveva più proposto al Festival “Ciao amore, ciao”. Lo feci io, ero un suo fan da bambino, amavo il cantautore, ma anche il rocker, un aspetto di lui meno conosciuto. In qualche modo anche stavolta sono qui per lui». Oltre che per Leo.
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