Cancelli aperti, nessuna fila, Elton John a Pompei tira decisamente meno di David Gilmour. Tra gli ospiti degli organizzatori D'Alessandro e Galli è appena arrivato...
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Il soprintendente Massimo Osanna è tornato da Shangai e stavolta può godersi il gioiello Anfiteatro. Anche se produzione e light show sono più spartani che per Gilmour. L'afflusso si fa più consistente, è tornato anche Adrian Maben, il regista di "Live At Pompeii", ormai di casa qui.
Il colpo d'occhio ora c'è, e tra poco si inizia. Si inizia in puro stile vaudeville rock.
E, come da tradizione, il primo pezzo è «The bitch is back» con assolo di piano honky tonky. Poi "Bennie and the Jets". «Buonasera», in italiano, poi sir Reginald Dwight torna alla sua lingua, quella della Brexit: «È un onore suonare in una cornice così emozionante e storica. Spero vi piaccia quello che suoneremo».E anche con meno luci e senza fuochi artificiali l'Anfiteatro è bellissimo.
Ed eccola "Sorry", melodia perfetta per ricordare che in amore la parola più difficile da dire è: "scusami".
Poi attacca "I guess that's why they call it the blues". "Look it up", dall'ultimo album "Wonderful crazy night", è un anonimo rock'n'roll. Seguito da un altro pezzo nuovo: "A good heart". Siamo a "Rocket man", per la gioia del pubblico. Elton ha voglia di sbizzarrirsi al piano e diverte. Elton è entusiasta della cornice e si sente. Prima dello show ha ricevuto in camerino Massimo Osanna e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
É il momento di "Goodbye yellow brick road", aspettando l'assalto al cuore di "Sorry seems to be the hardest word".
E qui il gioco si fa duro. Arriva "Your song". E poi tocca a " Sad song". Tutti i videofonini sono in azione.
"Still standing", per continuare a ballare. "Your sister can't twist" è un frenetico amarcord. Rockissima, "Saturday night is alright for fighting" prepara la platea all'apoteosi finale. Nei bis, infatti, dovrebbero arrivare: "Candle in the wind", scritta per Marilyn Monroe, ma ormai dedicata a Lady D, e "Crocodile rock".
Ed eccola, come da copione, la ballata d'addio per la diva triste e poi per la principessa maledetta. Eccola la scatenata canzoncina sul rock che c'era e non c'è più. L'Anfiteatro rocka & rolla come i gladiatori non sapevano fare: «La la la la la la», dice il coro dei duemila. Anche per Elton nei camerini c'è una bottiglia di Sassicaia personalizzata ad attenderlo. Ora che tutto è finito può stappare brindando a Pompei.
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Il Mattino