La giovinezza è la libertà di pensare al futuro senza paura. È l’assenza di rimpianto, il sentimento sfrontato del tempo. «Il tempo è l'unico argomento che...
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Una standing ovation che ha cancellato gli isolati dissensi alla prima proiezione stampa. Perché la potenza delle immagini, la raffinatezza del racconto, lo stile ellittico e personalissimo di «Youth» sono davvero straordinari.
I suoi incantevoli protagonisti fanno i conti con una delicata alchimia, guardano alla giovinezza con la malinconia struggente dei vecchi, velata di apparente distacco o di passione trattenuta, ma senza la disperazione nichilista di chi non ha più nulla da perdere. «Infatti è un film ottimista» spiega il regista, «fatto per esorcizzare la paura della fine».
Michael Caine è un celebre compositore e direttore d’orchestra in pensione che la regina Elisabetta vorrebbe sul podio per un ultimo, grande concerto, Rachel Weisz la sua figlia amorevole, Harvey Keitel un regista ossessionato dall’idea di girare un film-testamento, Jane Fonda la sua attrice feticcio, la sola capace di porlo con brutale sincerità di fronte a verità amare.
Intorno a loro, in un albergo tra le Alpi svizzere dove si va per rimettersi in forma («la forma alla mia età è solo una perdita di tempo» dice Caine in una delle tante memorabili battute del film) un’umanità fantasmatica che passa da un bagno turco a una sauna, da un massaggio a una passeggiata di salute nei boschi. Anziani e giovani uniti dalla moderna religione del benessere.
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Il Mattino