Stefano Accorsi dopo 20 anni a Giffoni: «I ragazzi occorre farli appassionare»

Stefano Accorsi dopo 20 anni a Giffoni: «I ragazzi occorre farli appassionare»
Erano 20 anni che Stefano Accorsi non tornava a Giffoni. Vent'anni in cui il festival è cresciuto tantissimo, come del resto anche l'attore dal punto di vista...

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Erano 20 anni che Stefano Accorsi non tornava a Giffoni. Vent'anni in cui il festival è cresciuto tantissimo, come del resto anche l'attore dal punto di vista professionale ma anche esistenziale (è diventato papà di tre figli). E oggi è stato acclamato e ricercato da tutti i partecipanti della 49/a edizione. «I piccoli e i giovani - dice Accorsi - hanno un modo bellissimo di fruire le cose che è quello non sovrastrutturato. Se una cosa gli piace, lo capisci. Se li catturi, stanno attenti. Se li diverti, ridono. Sono un ottimo banco di prova. Io gli ho portato dall'Orlando Furioso al Decamerone e mi hanno detto: 'Non me l'aspettavo così'. Allora capisci che li hai fatti appassionare perché gli hai fatto capire che quell'opera parla di loro».


Ma Accorsi non può non placare la grande curiosità dei tanti fan delle serie televisiva, nata da una sua idea e da lui interpretata, in onda in autunno su Sky ovvero 1994, parte finale della trilogia dedicata a Tangentopoli e alla discesa in campo di Silvio Berlusconi. Il suo personaggio Leonardo Notte, nella scena finale di 1993 infatti, giace esanime sull'asfalto colpito da un proiettile che sembra mortale. Una scena da brivido pari solo alla morte di Marco D'Amore-Ciro in Gomorra. Ma Leonardo Notte è davvero immortale: «Non solo torna in 1994 - spiega Accorsi - ma sarà più vivo che mai. Cambierà? Cambiare totalmente lo stile di un personaggio così, non è possibile. Nel teaser che sta girando in questi giorni gli chiedono: 'Ma non eri morto?' e lui risponde beffardo: 'Ti piacerebbe...'» racconta Accorsi. «All'inizio delle riprese - aggiunge - ci siamo detti: Notte è uno che è morto e non solo sopravvive alla morte ma addirittura torna mentre Berlusconi vince, con il 25%, da un'idea di Leonardo Notte. Poi nelle serie precedenti c'era un progetto riservato, quello della 'discesa in campò, Berlusconi aveva ancora dei dubbi. Ora non più e Notte diventa, ma lo era già, un personaggio 'liberatorio'».

Spazio anche all'altro grande ruolo che Accorsi ha appena avuto nel film di Ferzan Ozpetek: «Con Ferzan abbiamo finito il terzo film insieme. Le Fate ignoranti, poi Saturno contro e ora La Dea Fortuna. È stato molto interessante perché si cresce, ci si perde, ci si trova diversi. Siamo amici, non abbiamo una frequentazione assidua ma rimane sempre un filo. È davvero un fuoriclasse e anche una persona molto spiritosa» dice Accorsi. L'attore coglie l'occasione per dire la sua anche sui figli delle coppie omosessuali: «La famiglia è dove c'è l'amore! Conosco tanti figli di amici omosessuali, se i genitori sono contenti, stanno bene anche loro. Tutto il resto sono pregiudizi e frasi fatte. Quando sento dire è contro natura o addurre ragioni religiose, penso sempre: ma di cosa stiamo parlando? Anche il Vecchio e Nuovo Testamento sono stati scritti da uomini...».


Accorsi risponde anche a chi gli chiede se sarà anche nel seguito della serie di Paolo Sorrentino con Jude Law: «Non sarò nella nuova stagione di The New Pope, so che è uscita questa notizia ma non sarà così» dice Accorsi che spende parole lusinghiere sul regista: «La sua zampata si riconosce, è davvero padrone del suo set». E a chi gli chiede se sogna un futuro dietro la cinepresa ribatte: «Pochi attori ci riescono, da De Sica a Eastwood. È un ruolo molto diverso. Io voglio essere ben diretto come attore, perché è la cosa che so fare meglio». Infine uno sguardo al futuro dei giovani: «Quando diventi genitore ti vengono delle ansie. Però a volte le ansie sono solo nostre. Oggi è dura trovare lavoro, è un momento difficile dal punto di vista della gestione di questo Paese, dal punto di vista della crisi, c'è molto scontento e molta infelicità. Ecco credo che un festival come Giffoni ci dice una cosa importante per i nostri giovani. La passione è importante. Le passioni vanno alimentante perché ci danno energia e poi possono diventare anche un lavoro».
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Il Mattino