Il Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro dell'Opera di Roma si riunirà domani sotto la presidenza del sindaco Ignazio Marino per decidere sul ritiro dei...
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Il sovrintendente del Teatro Carlo Fuortes proporrà ai colleghi del Cda di revocare la decisione del 2 ottobre scorso, a fronte dell'impegno a una maggiore produttività e di tagli agli stipendi da parte delle sette organizzazioni dei lavoratori. Se non ci saranno sorprese clamorose i licenziamenti verranno ritirati.
I lavoratori dell'Opera si riuniranno invece in assemblea martedì per discutere e votare l'intesa e secondo quanto trapela starebbe crescendo il malumore per i sacrifici economici sottoscritti. In particolare i tecnici non gradirebbero di vedersi decurtato lo stipendio - fino al 10 per cento - per ridurre il deficit del Teatro, provocato secondo l'azienda in buona parte dal costo del personale artistico.
Una tesi duramente respinta in particolare da Cgil e Fials. L'assemblea avrebbe dovuto riunirsi nei giorni scorsi, prima del Cda della Fondazione, ma è stata rimandata per il congresso nazionale Uil. Tra i sindacati più critici la Fials, che pure ha sottoscritto l'accordo.
In un comunicato di due giorni fa è tornata ad attaccare duramente Fuortes. «La finzione che è tutta colpa del costo del lavoro non regge più - dice la nota -. È necessario impedire che sia un'occasione persa quella che si presenta ora di sostituire i governi degli otto teatri che hanno aderito alla (legge) Bray (per il risanamento degli Enti lirici, ndr) con consigli di indirizzo al servizio della cultura e per i cittadini e non al servizio di interessi privati poco chiari». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino