Teatro San Carlo, il successo dei tre tenori nel concerto per il centenario della scomparsa di Caruso

Teatro San Carlo, il successo dei tre tenori nel concerto per il centenario della scomparsa di Caruso
Il programma delle manifestazioni del Teatro di San Carlo in omaggio al centenario della scomparsa di Enrico Caruso (1921-2021) è stato pienamente rispettato. Grazie alla...

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Il programma delle manifestazioni del Teatro di San Carlo in omaggio al centenario della scomparsa di Enrico Caruso (1921-2021) è stato pienamente rispettato. Grazie alla collaborazione e al sostegno del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Caruso, alla Regione Campania e a istituzioni culturali del territorio, la più grande voce del primo Novecento, il tenore più mitico della storia della musica, ha ritrovato le sue radici in patria. Il legame di Enrico Caruso con la sua città, Napoli, dove nacque e mosse i primi passi prima di conquistare l'America e il mondo, dopo il suo debutto al Teatro di San Carlo nel 1902, continuò infatti affettuoso durante tutta la sua carriera, fino all’ultimo soggiorno all'Hotel Victoria di Sorrento e alla morte avvenuta nel 1921 in una stanza dell'Hotel Vesuvio di Napoli.

Dopo un'intensa giornata di studi su Caruso e l'inaugurazione della ricca mostra di documenti e oggetti “Enrico Caruso e Napoli”, allestita in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Napoli presso il Museo MeMus del Teatro d San Carlo e aperta fino al 15 dicembre, ieri 19 settembre, nel segno di San Gennaro, il San Carlo ha ospitato nella sua sala storica, gremita in ogni posto possibile per le attuali norme sanitarie, un concerto di eccezione con tre tenori tra le voci più straordinarie e applaudite del nostro tempo: gli italiani Francesco Meli e Francesco Demuro, ai quali si è aggiunto lo spagnolo Xabier Anduaga, diretti da Marco Armiliato alla testa dell'Orchestra del Teatro di San Carlo. Il programma ha illustrato il tipico repertorio di Enrico Caruso, alternando celebri arie di opere di Verdi, Donizetti, de Flotow, Gounod, Bizet, Cilea, Giordano e Puccini, alle più struggenti canzoni napoletane classiche appositamente orchestrate: da “Tu ca nun chiagne” e “Torna a Surriento” di De Curtis a “Marechiaro” e “‘A vucchella” di Francesco Paolo Tosti, da “Dicitenciello vuje” di Rodolfo Falvo. 

Il concerto è stato idealmente suggellato da un bis ripetuto due volte, l’immortale “O sole mio”, eseguito contemporaneamente dai tre tenori insieme. Si è notato nel pubblico una forte presenza straniera, di melomani appositamente giunti da varie parti d’Europa e statunitensi. Un ottimo segnale per l’avvio della nuova Stagione lirica dal 12 ottobre.

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Il Mattino