Teatro Stabile, da Montalvo a Sieni sette giorni di grande danza

Il balletto di Sieni al San Ferdinando
Ancora una volta Josè Montalvo ha conquistato il cuore dei napoletani. Un successo “Carmen (s)” al Politeama, una, cento, mille Carmen in cerca di...

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Ancora una volta Josè Montalvo ha conquistato il cuore dei napoletani. Un successo “Carmen (s)” al Politeama, una, cento, mille Carmen in cerca di identità e libertà, come le donne dei migranti che attraversano il mare, come l'eroina di Bizet evocata da atmosfere spagnoleggianti, tra flamenco e breakdance. Lo spettacolo ha inaugurato Stabiledanza 2019, il piccolo festival dedicato alla danza contemporanea che anche quest'anno il Teatro Stabile napoletano propone non solo agli appassionati. Spettacoli che coniugano varie esperienze e vari linguaggi del mondo della danza contemporanea e proseguono fino a domenica. Domani l'atteso debutto di Virgilio Sieni al San Ferdinando con “Petuska” di Stravinkij introdotto da “Chukrum” su musica di Giacinto Scelsi (12 e 13 marzo ore 21 e 14 ore 18).


«In una stanza circondata da una parete trasparente, sei danzatori con le loro maschere diventano Petuska, Pulcinella, e come nostrani Pinocchio si trasformano da burattini in umani», spiega Sieni protagonista anche di un progetto al Madre in cui affronta la sua visione della danza, dei corpi a confronto con la gravità. «Petruska - aggiunge - è una marionetta e non è una marionetta, è umano e straordinariamente disumano, non convive nei due mondi, li attraversa, con la gravità dei sentimenti e la leggerezza del passaggio».

Figure ignote, invece, sono in scena con “Passo oscuro” (oggi 11 marzo, ore 21 Mercadante). «Affrontano – spiega il regista Alfonso Benadduce - la forza della musica attratte dalla mancanza della nota finale nell'incompiuta Nona Sinfonia di Brukner».


La rassegna dello Stabile ospita anche, dopo l'esordio la scorsa estate a Pompei, “Non solo Medea” di Emio Greco e Pieter Scholten (15,16 e 17 marzo al Mercadante). Al Ridotto, poi, il nuovo lavoro di Gabriella Stazio, “Il luogo del paradosso” (da mercoledì 13 fino a sabato 16), una coreografia in due episodi in cui un gruppo di affermati artisti, nella parte di sé stessi, offrono un loro apporto creativo: Roberta Escamilla Garrison, Joseph Fontano, Claudio Malangone, Sonia Di Gennaro, Michele Simonetti e Angela Caputo. Chiusura domenica 17 (ore 18 San Ferdinando) con Antonello Tudisco e il suo “Act of mercy”, ispirato al Caravaggio delle Sette Opere di Misericordia, progetto nato con il gruppo attivo nel cuore del centro storico napoletano, Interno 5 danza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino