Toni Servillo, laurea ad honorem in musica e teatro

Toni Servillo, laurea ad honorem in musica e teatro
Un'emozione «molto grande, non mi sono laureato, quindi questa è veramente la mia prima laurea». Così Toni...

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Un'emozione «molto grande, non mi sono laureato, quindi questa è veramente la mia prima laurea». Così Toni Servillo commenta la laurea ad honorem in Discipline della Musica e del Teatro che l'Università di Bologna gli ha conferito. E la accoglie con una intensa lezione indirizzata a tutti quegli studenti e ai giovani «che intendono intraprendere questo mestiere», quello dell'attore: «Parlerò dei maestri che hanno influenzato il mio percorso - ha detto - e di che cosa significa affrontarlo secondo me in maniera seria e nobile». Un riconoscimento, ha spiegato ai giornalisti prima della cerimonia accanto al rettore Ivano Dionigi, che arriva «da una città, da un'Università a cui sono molto legato per tante ragioni. E da un rettore che sei anni fa ho accompagnato nella giornata della sua investitura: sono molto emozionato». Poi, la lectio magistralis, «per chiamarla in modo che rispetta l'etichetta, ma a me sembra un po' troppo importante». Apre con un ricordo di Luca Ronconi e parla del suo modo di fare teatro e di fare l'attore, cercando di tenersi al riparo «dai narcisismi e dagli esibizionismi, perché il teatro è una vera e propria assemblea. In cui l'attore è delegato dal pubblico». Per definire talento e vocazione legge passi di Louis Jouvet, come contraltare a «quest'epoca miseranda di talent show».



E non manca il suo ritorno a quella «città-mondo» che è Napoli, «stremata in un Paese stremato», né la musica: «tra le arti è la mia preferita». Prima del conferimento, l'attore ha spiegato il suo legame con Bologna, passato anche per l'amicizia con Lucio Dalla, di cui domani ricorre l'anniversario della morte, conosciuto come spettatore dei suoi spettacoli e con il quale «è nata un'amicizia e un affetto profondo». Qui ha avuto anche l'importante momento di formazione teatrale con Leo De Berardinis, «che ha lavorato molto in questa città e che è uno dei maestri importanti nella mia vita - ha ricordato -, uno dei più importanti, a cui sono profondamente legato».



Quanto al momento che sta vivendo lo spettacolo in Italia, Servillo ha evidenziato un rinnovamento importante nel cinema («i riconoscimenti internazionali che ha avuto il cinema italiano - con Sorrentino, con Garrone, con Alice Rohrwacher - sono sotto gli occhi di tutti»). E anche nel teatro, «che purtroppo è colpevolmente meno seguito dai media». «A questo rinnovamento - ha obiettato - non sempre corrisponde l'investimento che le istituzioni, in generale, debbono operare perché questo rinnovamento trovi stabilità e serenità di percorso».
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Il Mattino