Tony Esposito, il re delle percussioni incontra gli studenti: «Siate senza paura»

ll musicista napoletano ha presentato un incontro-concerto dove ha ripercorso la sua carriera

Tony Esposito
Nella cornice dell'Auditorium Ennio Morricone della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata si è tenuto questa mattina un...

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Nella cornice dell'Auditorium Ennio Morricone della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata si è tenuto questa mattina un concerto-retrospettiva di Tony Esposito che ha visto il percussionista napoletano ed ex membro del collettivo Napoli Centrale, ripercorrere la propria carriera con i giovani presenti in sala, partendo dai suoi esordi tra le strade di Napoli fino ad arrivare alla sua collaborazione con Pino Daniele e i progetti che lo vedono attualmente impegnato con tantissimi giovani musicisti e DJ della scena romana.

Durante l'incontro, nel quale Esposito ha raccontato le influenze della sua musica e della decisione di usare l'arte come strumento per canalizzare la propria creatività, ha spinto più volte le nuove generazioni al puntare sul rinnovamento, sulle idee e sulla propria capacità di essere unici in un mondo sempre più massificato e “asettico” nel modo in cui esprime l'arte e la musica. «Negli anni '70 ero l'unico “pazzo” che amava i tamburi (...)» ha raccontato ironicamente parlando di quanto questa sua “unicità” rispetto ai musicisti dell'epoca gli abbia dato la possibilità di portare avanti un percorso di carriera diverso rispetto al resto dei suoi colleghi.

«Come tutte le cose, è iniziato un pò per gioco diventando poi una professione a tutti gli effetti» ha detto Esposito. Una delle collaborazioni che ha segnato di più il musicista, è sicuramente stata quella con Pino Daniele con la fondazione di Napoli Centrale. «L'incontro con Pino è arrivato per caso; il mio impresario all'ora stava cercando di far fare un disco a Roma, a questo esordiente. Credendo in lui, nonostante i tanti rifiuti, volle organizzare un tour importante a promozione di questo nuovo artista. Volle chiamarmi perchè avevo già un nome, avevo già fatto i miei dischi e avevo collaborato con moltissimi artisti» ha svelato, dichiarando come, nel suo percorso artistico, in particolare all'inizio, abbia molto influito Napoli e la tradizione musicale della città. Fondato nel 1975, Napoli Centrale vantava nella sua formazione originale, Tullio De Piscopo alla batteria, James Senese al sassofono, Tony Esposito alle percussioni e Pino Daniele alla voce e alla chitarra.

Il viaggio del musicista nella sua carriera, durante l'incontro, è passato anche attraverso uno dei suo album più famosi ed apprezzati “Rosso Napoletano” pubblicato nel 1974 e che vedeva Esposito testare, per la prima volta, le sue influenze musicali provenienti sia dall'Africa che dal Sud America, tuttora incredibilmente presenti all'interno dei suoi lavori. «L'album è una dedica alla mia città e, soprattutto, alla zona dove sono nato e sono nati Edoardo ed Eugenio Bennato» ha svelato. «C'era l'Italsider di Bagnoli e tutti i pomeriggi, quando c'era la colata di acciaio e ferro il cielo di Napoli diventava rosso perchè si rifletteva sulle nuvole(...) Sono nato con questa immagine magica del cielo rosso napoletano». Uno degli elementi che ha reso Tony Esposito uno degli iniziatori del mondo delle percussioni italiano, è sicuramente la sua capacità di accogliere influenze da tipi di musica differenti provenienti da luoghi diversi del mondo. Dai suoi racconti nel corso della retrospettiva, è emerso come, secondo lui, il cuore dell'arte della musica sia la creatività e la capacità di “costruirsi” degli strumenti. Utilizzando come esempio il modo in cui utilizza pentole e scatole all'interno dei suoi concerti ha chiarito come, un vero cambiamento e una vera rivoluzione, possa avvenire soltanto attraverso la sperimentazione. «Ho capito che attraverso la musica sarei riuscito a trovare quella scintilla e quella luce di cui avevo bisogno».

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Il Mattino