Una canzone per celebrare «Mixed by Erry», quando a Napoli la musica pirata era firmata Video

Una piastra per la riproduzione di musicassette
Internet era solo il sogno visionario di qualche scienziato pazzo e il lettore di compact disc un oggetto di lusso che in pochi si potevano permettere. All’epoca, il...

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Internet era solo il sogno visionario di qualche scienziato pazzo e il lettore di compact disc un oggetto di lusso che in pochi si potevano permettere. All’epoca, il decennio che racchiude la seconda metà degli anni Ottanta e la prima parte dei Novanta, la musica si ascoltava ancora su vinile o cassetta, ma solo questo secondo supporto, immesso sul mercato per la prima volta dalla Philips nel 1963 e diffuso a larga scala nel decennio successivo, permetteva di copiare e riprodurre quello che era inciso sul nastro. Da questa possibilità si diede vita a un mercato clandestino: dalla metà degli anni Ottanta in poi milioni di cassette false invasero le bancarelle dei venditori ambulanti, che per 5mila lire vendevano l’ultimo album del cantautore italiano, quello della rockstar straniera oppure compilation per tutti i gusti. E con tanto di copertina fotocopiata, magari a colori quando i mezzi tecnologici disponibili lo permettevano.

 
La più grande centrale di musica “pezzotta” aveva la sua base a Napoli, in via dei Tribunali, dove il dj Enrico Frattasio aveva messo su un vero e proprio business: dal suo laboratorio clandestino, dotato di decine di piastre per la riproduzione in serie, partivano le musicassette da piazzare sulle bancarelle di mezza Italia. Una distribuzione che si estendeva dal basso Lazio fino alla Sicilia e che gli permetteva di incassare anche 80 milioni di lire a settimana. Un’attività illegale i cui prodotti Frattasio non aveva timore di firmare, creando un vero e proprio brand, quel “Mixed by Erry” che col tempo diventò sinonimo di “falso di qualità”.
 
A quegli anni e a quel brand il rapper Andre, al secolo Andrea Ciervo, cresciuto a Miano tra vecchi e nuovi neomelodici e la black music d’oltreoceano, dedica il suo nuovo singolo, intitolato proprio “Mixed by Erry“. Un brano che racconta, con molta ironia, le gesta del re del falso musicale, che nel pieno del suo successo di imprenditore clandestino si vantava di fare la guerra alle major discografiche e di incrementare la celebrità degli artisti. Insomma, il capo dei pirati avrebbe preteso ringraziamenti piuttosto che essere perseguito per i suoi reati. E nonostante le diverse denunce collezionate, la sua attività andò avanti per anni, resistendo anche al passaggio dalla musicassetta al cd. Poi arrivò internet, che portò con sé prima Napster ed Emule e più tardi Youtube, iTunes e Spotify. E oggi che la musica la si ascolta, praticamente gratis, sullo smartphone, quelle musicassette firmate “Mixed by Erry” restano cimeli nostalgici di un’epoca che non tornerà più, simpaticamente rievocata da questa canzone lanciata dal giovane Andre quasi un mese fa, accompagnata da un bel video. Una clip che in Rete sta già riscotendo un buon successo. Ovviamente, garantito “by Erry”. 

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Il Mattino