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E' un Antonello Venditti a cuore aperto, persino più del solito, quello che si racconta nella video-intervista con Federico Vacalebre. "Tortuga", il suo nuovo album, presentato con un bagno di folla ieri alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, è il punto di partenza di un incontro che gira intorno all'assenza di amici e colleghi che si chiamano Lucio Dalla, Alessandro Centofanfi e Pino Daniele. Particolarmente toccanti le parole dedicate all'amico napoletano: "Ci eravamo sentiti per gli auguri di Capodanno, se penso che è andato a suonare a Courmayeur solo perché io mi ero tirato indietro...".
Venditti ha ricordato anche le esperienze napoletane a fine anni Sessanta con la "Cantata dei pastori", le esibizioni con De Gregori al Teatro Instabile, e ha lanciato un messaggio forte e chiaro alle tifoserie napoletane e romaniste, "anzi ai cittadini napoletani e romanisti. Siamo fratelli di sangue, e da sempre. Quello che è avvenuto non ha nulla a che vedere con il calcio, a meno che non vogliamo ammettere che il calcio è solo violenza senza senso. Ma, sperando che la giustizia sappia fare il suo mestiere, non possiamo farci dividere, come uomini e come donne di buona volontà, da questi atti di follia". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino