Vincenzo Incenzo, Zoo è il terzo disco: live il 5 giugno al Museo Diocesano di Napoli

il disco-denuncia dell'artista
Gli ideali perduti, la potenza dei media e il disorientamento dei giovani sono al centro di Zoo, terzo disco di Vincenzo Incenzo, cantautore, scrittore e regista romano che...

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Gli ideali perduti, la potenza dei media e il disorientamento dei giovani sono al centro di Zoo, terzo disco di Vincenzo Incenzo, cantautore, scrittore e regista romano che torna sul mercato, il 6 maggio, con un lavoro anticipato dai singoli Pornocrazia e Ciao Repubblica, pezzo che fa un focus sulle incongruenze e colpe del nostro Paese, oltraggiato da stragi, corruzione, depistaggi, calpestati, insieme alla sua meravigliosa Costituzione, eppure ancora in piedi. Permeato da un sound un cui si mescolano trame acustiche ed elettronica, il lavoro diventa un inno in difesa della libertà di pensiero e del diritto di scegliere la propria identità contro tutte le convenzioni.

Il cantautore parla delo zoo umano del nostro difficile tempo ma c’è anche l’amore e quella dimensione più intima che lo ha fatto conoscere come autore di brani come Cinque giorni o L’elefante e la farfalla di Michele Zarrillo. Zoo è prodotto da Jurii Ricotti (Eminem, Rita Ora, Ariana Grande, Bocelli) e il suono dell’album è stato elaborato attraverso nuove tecnologie ancora non presenti sul mercato dell’audiorecording, così come la registrazione della voce. Ha fortemente voluto realizzare anche il supporto fisico, creando con il visual artist Alessandro Palmigiani e con la fotografa Pitta Zalocco un oggetto artistico da collezione.

L'album è legato ad un primo tour di presentazioni live (il 5 giugno l'artista arriverà al Museo Diocesano di Napoli) nelle maggiori città italiane e proseguirà in estate con i concerti, fino ad approdare in America Latina, dove il cantautore, che lavorato anche per la Pfm, Dalla e Venditti, ha già raccolto importanti consensi. La tua rivoluzione è la canzone paradigma di Zooo e celebra l’importanza di testimoniare anche con il proprio corpo ciò che si ama e per cui si vive; la Storia ci insegna come idee oggi calpestate da un confuso e falsificato presente possano rifiorire sotto i piedi della gente di domani.

Il brano è accompagnato da un vero e proprio mini film realizzato da Luca Bizzi, che affronta le tematiche del mondo Lgbtqia+, attraverso il racconto della resilienza di due ragazze, che combattono disperatamente per vivere il loro amore alla luce del sole. «Il passato non esiste più, presente e futuro - dichiara il cantautore in merito agli anni bui che stiamo vivendo - non hanno più riferimenti. Oggi il campo di lavoro si chiama home office. È solo l’ideologia della salute e della sopravvivenza a distinguerlo dai campi di lavoro del passato. Nel corso dell’epidemia virale, la società della sopravvivenza mostra un volto inumano. L’Altro è prima di tutto un potenziale portatore di virus da cui bisogna prendere le distanze. Vicinanza e contatto significano contagio. Il virus aggrava la solitudine e la depressione. I coreani chiamano “corona blue” la depressione provocata dall’attuale società della quarantena. Alla lotta per la sopravvivenza va invece contrapposta la preoccupazione per il viver bene. Altrimenti la vita dopo l’epidemia sarà ancora più orientata alla sopravvivenza. E allora finiremo per essere come il virus, questo non morto che si limita a moltiplicarsi, a sopravvivere senza vivere».

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Il Mattino