Cinema, francobolli per Vittorio De Sica e Gino Cervi: la commemorazione a 120 anni dalla nascita

Cinema, francobolli per Vittorio De Sica e Gino Cervi: la commemorazione a 120 anni dalla nascita
Due grandi protagonisti dello spettacolo italiano, Vittorio De Sica e Gino Cervi, sono stati commemorati oggi con l'emissione di due francobolli, validi per la posta...

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Due grandi protagonisti dello spettacolo italiano, Vittorio De Sica e Gino Cervi, sono stati commemorati oggi con l'emissione di due francobolli, validi per la posta ordinaria, a 120 anni dalla nascita. L'impostazione grafica dei due francobolli è in linea con le precedenti emissioni dedicate a questo settore: le vignette, infatti, riproducono, entro una pellicola cinematografica, i ritratti di Gino Cervi (nelle vesti del commissario Maigret) e di Vittorio De Sica, delimitati, in alto, dalle loro firme autografe. De Sica, dopo avere lavorato da giovane come attore teatrale, passò al cinema raggiungendo rapidamente il successo.

Ma fu come regista, soprattutto nel periodo neorealista, che raggiunse le vette della sua carriera, vincendo l'Oscar con «Sciuscià». Un secondo Oscar gli fu conferito per «Ladri di biciclette», al quale seguirono «Miracolo a Milano» (Palma d'oro a Cannes) e «Umberto D». E nel periodo successivo si possono ricordare «La ciociara», «Matrimonio all'italiana» e «Ieri, oggi, domani» (che gli valse un terzo Oscar). Un nuovo premio Oscar gli venne conferito per «Il giardino dei Finzi Contini». Gino Cervi ebbe una lunga carriera di attore teatrale nelle principali compagnie di prosa dell'epoca. Vi affiancò poi anche l'attività di attore cinematografico.

Ma due ruoli gli diedero una straordinaria popolarità presso il grande pubblico: dapprima la fortunata serie di film tratti dai libri di Guareschi in cui impersonava il sindaco comunista Peppone, contrapponendosi al curato Don Camillo interpretato da Fernandel; poi negli anni dal 1964 al 1972 arrivò il ruolo del commissario Maigret in una seguitissima serie televisiva tratta dai romanzi di Simenon. 

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Il Mattino