Appuntamento sul roof dell’hotel San Francesco al Monte, stasera con «Z’am rocken», che in tedesco vuol dire «Jamming». Ed una jam session in...
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Il format prevede che ogni musicista proponga un brano, poi un altro ancora, poi magari un terzo, mentre piano piano gli altri musicisti e gli altri suoni, jammando jammando, appunto, in un inedito clangore di veracità partenopea e kabaret alemanno. «L’idea dello show è di mettere insieme musicisti che arrivano da terre e culture anche lontane tra di loro, dimostrare che le note non conoscono frontiere, che gli strumenti sono macchine dei sogni che permettono a tutti di viaggiare nel mondo. Non solo le nazionalità degli artisti che invitiamo sono diverse, ma anche i loro generi, tenendo insieme strumentisti folk e rockettari, rapper e musicisti classici. In passato abbiamo coinvolto Riff Cohen, Boom Pam, Baba Zula, Marsis, HMBC, Konstantin Wecker», spiegano i produttori, che in un primo momento avevano invitato anche Massimo Ranieri, Fiorello e Raiz. Proprio il discorso interculturale ha spinto gli autori a volere fortemente la Ben Taleb, tunisina di Napoli, capace di aggiungere ulteriore spezie internazionali ad un calderone di sapori multikulti.
«Mi hanno chiesto di fare, “Comme facette mammeta”, un classico napoletano che era al centro di “Passione”, ma anche un omaggio a Pino Daniele come “Bella ‘mbriana”, insieme al mio cavallo di battaglia personale, “Sud”. Mi piace l’idea di ritrovare colleghe con cui ho lavorato tanto, come M’Barka, ma anche di incontrare artisti mai ascoltati prima. Dà un senso al nostro lavoro, lo rende meno provinciale», spiega la Montecorvino. E proprio la Ben Taleb rilancia: «Pietrà ha ragione. Io farò “Tu si’ na cosa grande”, “Luna rossa” in francese e “’O sole mio” in arabo. Napoli ha una grandissima tradizione e cultura musicale, ha accolto anche me, mi ha permesso di sentirmi a casa mia. Ma, a volte, ci costringe in un universo ristretto, a ripetere sempre le stesse cose. La tv tedesca, invece, ci ha scelti proprio valorizzando i concetti di originalità e di diversità di cui siamo portatori. In tempi di nuovi razzismi è importante, e, poi, potrebbe aprirci nuovi mercati in Germania: sarebbe bello andare a fare una bella jam session anche da quelle parti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino