6 giugno 1998: Il Comune di Napoli dispone la chiusura del Mario Argento per lavori di adeguamento antisismico. Sono passati ventidue anni e l'orologio della storia del basket...
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Per molti solo un impianto sportivo, per altri un luogo dell’anima, per tutti uno dei palazzi dello sport più belli e imponenti d’Italia (8.000 posti) caduto a pezzi mattone dopo mattone. Oggi rimangono solo due tribune in piedi a testimoniare lo sfacelo e tante chiacchiere, troppe, sulla sua ricostruzione. Il professor Amedeo Salerno, uno dei mentori della storia dello sport cittadino continua a ripetere come un mantra:«Meglio così. Se le abbattessero la gente si dimenticherebbe persino dell’esistenza del Mario Argento». Le gesta del grande basket, i match mondiali di Patrizio Oliva, i grandi concerti come quello dei Genesis nel 1974, i duelli di tennis tra Lendl e McEnroe, ma anche le maxi-vaccinazioni durante l’epidemia del colera ed il deposito di schede elettorali. Tutto questo è stato il Mario Argento, l’impianto di Fuorigrotta intitolato al giornalista sportivo napoletano grande campione di pugilato. Nella sua rubrica sul basket, Dan Peterson lo ricorda come uno dei palazzetti più caldi dove abbia mai giocato. Una atmosfera che ricorda quella delle grandi sfide delle Università americane. Prima partita di basket disputata il 22 settembre 1963, esordio dell’Italia con una sonante vittoria sulla Siria (78-49). L’ultima partita disputata il 16 aprile 1998: Partenope-Pozzuoli (82-73) con Paolo Pepe in panchina. In mezzo la vittoria della coppa Italia del 1968 contro l’Eldorado a Bologna ed il trionfo europeo nella doppia finale di coppa delle Coppe contro il Jean d’Arc Vichy nel 1970. Walter Berry, Lee Johnson, Rudy Woods, Manfredo Fucile; ed ancora Williams, Bufalini, Maggetti, paron Zorzi, Taurisano, Mirko Novosel. Giocatori ed allenatori entrati nella storia, come il Napoli basket dell’ingegner De Piano con la conquista della serie A1 con i marchi storici Seleco, Febal, Paini, citati in ordine sparso ma tutti nel cuore dei napoletani che amano il basket. Questi sono fatti. Poi, dal 6 giugno del 1998. Nei derby contro Caserta non si riusciva nemmeno a parlare tanto era il rumore. Il parquet è stato smontato tra la palestra del Collana, aiutando a vincere la Phard Napoli, per finire in un inceneritore del salernitano. Del progetto Corradetti che nel 2005 prometteva l'apertura dell'impianto in 820 giorni lavorativi, resta solo un plastico e le nuove normative sulle costruzioni in zona sismica che hanno imposto lo stop definitivo dopo aver abbattuto la copertura e lasciato le tribune. Il presidente del Coni Petrucci chiese anche la disponibilità per ospitare i mondiali di basket del 2014. Così come l'impianto doveva essere il centro del Forum delle culture. Con le Universiadi non si è riuscito il grande colpo di rimetterlo al centro dello sport napoletano. Nel futuro tante slide, idee, ipotesi. Ma l'orologio del basket continua con i suoi rintocchi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino