Addio Posillipo, il centroboa Marziali va al Telimar Palermo

Luca Marziali
In uscita. E sono due. Luca Marziali saluta il Posillipo. Dopo Tommaso Negri, che ha firmato per il Recco, il centroboa marchigiano ha deciso di accettare il quadriennale del...

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In uscita. E sono due. Luca Marziali saluta il Posillipo. Dopo Tommaso Negri, che ha firmato per il Recco, il centroboa marchigiano ha deciso di accettare il quadriennale del Telimar Palermo, dove troverà ad accoglierlo il napoletano Massimiliano Migliaccio e il salernitano Mario Del Basso, oro alle Universiadi 2019.


Si esaurisce l’avventura del giocatore classe’91 all’ombra del Vesuvio, iniziata nel 2014. Due anni trascorsi con la calottina biancazzurra dell’Acquachiara, un quadriennio in rossoverde. «E’ ufficiale, lascio il Posillipo», dichiara l'atleta di Fermo. «Purtroppo è tempo di saluti, ma lo sport è anche questo», ammette sincero.

Fine rapporto. «A Napoli ho passato il periodo più bello della mia vita. Molte volte ho rischiato di non rimanere ma stavolta è davvero arrivato il momento. Non scorderò mai gli ultimi anni trascorsi col Posillipo, arrivando con i miei compagni dove non pensavamo fosse possibile», spiega l’ex numero 11. «Devo molto a Napoli e rimarrà per sempre la mia seconda casa, dove tornerò ogni volta molto volentieri», confida il pallanuotista medaglia d’argento alle Universiadi di Gwangju nel 2015.

Gratitudine. «Desidero ringraziare pubblicamente tutti i napoletani veri amanti di questo sport, tenuto effettivamente ancora vivo dai sempre presenti Luigi Massimo Esposito e Gianni Grieco. Non ricordo una battaglia senza di loro sugli spalti. Un saluto particolare va a tutto lo staff, composto da Sandro Fusco, Guglielmo Lanni e Silvio Ausiello, che mi hanno aiutato in acqua e fuori».
 
Cala il sipario. «Con grande rammarico saluto il tecnico Roberto Brancaccio, i miei amici e compagni di squadra, con i quali ho condiviso tutto in questi anni», conclude Marziali (nella foto di Rosario Caramiello).

Da una capitale all’altra, da Napoli a Palermo, ma sempre nel Regno delle Due Sicilie. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino