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Sulla panchina del Benevento, Andrea Agostinelli ha fatto registrare il secondo miglior rendimento in una disastrosa stagione: un punto di media a partita, meglio di lui solo Fabio Caserta. L'allenatore di Ancona ha avuto il merito di adottare scelte forti, escludendo giocatori impalpabili (Simy e La Gumina) e di prendersi le (pochissime) colpe, chiedendo scusa alla piazza per la retrocessione.
L'allenatore aveva firmato, ad aprile, un contratto con rinnovo automatico in caso di salvezza, condizione ovviamente non verificatasi. Agostinelli rimarrà però comunque nel Sannio, lavorando nell'area scouting insieme ad Andrea Innocenti, collaboratore di Marcello Carli. Ai microfoni di Radio Marte, il tecnico ha parlato della sua esperienza di un mese sulla panchina giallorossa e di quello che si aspetta in futuro: «L'esperienza con il Benevento è stata nuova, visto che la Campania l'ho girata quasi tutta. È stata un'esperienza forte, perché quando sono arrivato c'era un po' di devastazione mentale e pessimismo, e forse sono riuscito a ridare speranza in certi momenti alla squadra, che se l'è giocata con tutti.
C'è stata una ripresa sotto il profilo dei numeri e dei gol. Sono stato anche premiato dalla gente di Benevento, che ringrazio, come ringrazio anche il presidente Vigorito, che mi ha dato questa opportunità e mi ha fatto rimanere nell'organico della società». Agostinelli si è soffermato anche sulla panchina del Napoli e su chi sostituirà lo scudettato Luciano Spalletti: «Il fatto di lasciare una squadra quando si vince non sempre è giusto. Molte volte un allenatore lascia perché sa che più di quello non si può fare. Date le pressioni di una città come Napoli, ricordo l'anno scorso quante critiche ha ricevuto Spalletti: forse ha avuto ragione a prendersi un anno sabbatico. Il prossimo allenatore del Napoli, intanto, dovrà farsi il segno della croce perché arriva in una piazza dove è stato espresso un calcio stratosferico e vincente. Se sarà Italiano, devo dire che lui ha qualità e lo ha dimostrato in una piazza non facile come Firenze.
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Il Mattino