«Sono andato a Napoli perché, dopo nove anni all'estero, avevo voglia di tornare in Italia e Napoli mi sembrava una piazza interessante… Diciamo che non...
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Ricostruisce così l'esonero dal Napoli e il nuovo approdo in Premier League il tecnico emiliano, Carlo Ancelotti, in una intervista a 'Il Corriere della Sera'. Sugli ultimi giorni sulla panchina dei partenopei e l'esonero nell'aria, Ancelotti aggiunge. «Lo annusi, lo annusi... Nel calcio i segreti non esistono, si sa tutto di tutti. A Napoli si annusava... e che devi fare? Devi prendere atto».
Ancelotti risponde poi a una domanda su cosa lo ha infastidito di tutta questa vicenda. «Mi dà fastidio che, quando le cose non vanno bene, mi dicano 'Ah, bisogna usare la frusta, sei troppo buono, sei troppo gentile e accomodante coi giocatori!'. Ma dico: i dirigenti al mondo non conoscono come alleno? Non mi puoi prendere e poi dirmi di cambiare il mio modo non solo di allenare: il mio modo di essere. Perché io sono così, e così sono arrivati i successi. Se tu mi dici 'Devi usare la frusta!', è sbagliato, è sbagliato».
Sul clima diverso che si respira in Premier, Ancelotti sottolinea come «se uno è abituato al calcio italiano, trova un altro mondo. Non parlo dell'intensità del gioco, non è quello che fa la differenza. Qui c'è un ambiente diverso. In Inghilterra non si viene offesi, per esempio. L'insulto è fastidioso. In alcuni stadi italiani hai l'impressione che la gente ti odi, magari perché hai cambiato squadra. Un tipo si mette dietro la panchina e ti vomita addosso insulti per 90 minuti. Qui, è impensabile».
Liverpool «è una città informale.
Il Mattino