Dna dei giocatori: gli studi del Napoli attirano l'interesse di Ancelotti

Dna dei giocatori: gli studi del Napoli attirano l'interesse di Ancelotti
Professionista a tutto tondo, Carlo Ancelotti, nuovo allenatore del Bayern Monaco, non si è interessato soltanto a campioni del Napoli come Higuain e Insigne. Il...

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Professionista a tutto tondo, Carlo Ancelotti, nuovo allenatore del Bayern Monaco, non si è interessato soltanto a campioni del Napoli come Higuain e Insigne. Il tecnico che ha vinto in Italia, Inghilterra, Francia e Spagna è stato anche attirato dal lavoro dello staff medico azzurro, diretto dal dottor Alfonso De Nicola da undici anni, e in particolare dallo studio del Dna, avviato nel 2013 con la collaborazione dello scienziato napoletano Antonio Giordano, che a Philadelphia dirige l'Istituto di ricerca Sbarro ed è docente presso la Temple University. Nelle scorse settimane Ancelotti e uno dei componenti del suo staff, il nutrizionista Mino Fulco (casertano di Mondragone), hanno contattato il professore Giordano, collaboratore dell'équipe sanitaria del Napoli che ha fatto registrare un nuovo record nella stagione calcistica appena conclusa: sei infortuni in 48 partite, numero irrilevante rispetto a quelli di Juve (40), Roma (37) e Milan (30).


Spiega il professore Giordano: «È gratificante che vi sia stata da parte di un allenatore di tale prestigio un'attenzione verso il lavoro scientifico che abbiamo avviato tre anni fa, affiancando quello del dottor De Nicola impostato sulla prevenzione degli infortuni. Nel calcio le partite e le sollecitazioni sono sempre maggiori e occorre un forte contributo scientifico e tecnologico. Ancelotti si è interessato al nostro lavoro, che è a lungo termine: i risultati sullo studio del Dna arrivano nell'arco di 3-5 anni e il primo report sarà completato in autunno». Quanto conta lo studio del Dna per gli atleti? «Molto, perché fornisce importanti informazioni sullo stato di salute e permette di identificare i fattori di predisposizione allo sviluppo di determinate malattie. I geni controllano più aspetti correlati alle performance sportive, come la generazione dei tessuti muscolare, osseo e cartilagineo, il metabolismo e l'ossigenazione di sangue e tessuti. Individuare, poi, i bisogni nutrizionali di un atleta è fondamentale per valorizzarne le performance, ma anche per preservare l'integrità fisica e mentale», sottolinea lo scienziato napoletano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino