Che in casa Napoli fosse tempo di rivoluzione lo si era capito già da tempo, da quando il nuovo allenatore Carlo Ancelotti, suscitando reazioni pari per stupore e...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per la prima volta infatti, nella trama della maglia del Napoli ci sta un animale. Che bestia sia non è ancora chiaro e anche se l'ipotesi maggiormente accreditata parla di una pantera sul punto il dibattito è apertissimo. Qualcuno incautamente ha persino avanzato l'ipotesi di un leone però visto com'è andata sette anni fa con Inler e la presentazione in maschera è stato immediatamente ingiuriato e messo a tacere in malo modo. Quel che è certo, comunque, è che non si tratta di un ciuccio. Un felino, al massimo, visto che lo sponsor tecnico parla di ruggiti e di zampate. Una pantera sulla maglia della squadra del ciuccio. Che è un po' come mettere al posto della lupa una tartaruga sulla maglia della Roma e un alce bicornuto al posto della zebra bianconera su quella della Juve. E anche se il responsabile del marketing azzurro Alessandro Formisano assicura che la scelta è puramente commerciale ed è stata fatta in tempi non sospetti, un anno e mezzo fa, quando ancora il divorzio con Sarri non era all'orizzonte, è evidente che si tratta di una svolta ideologica epica.
Basta con l'animale simbolo della remissività sia pure resistente alle fatiche. Basta con l'animale simbolo spesso a torto della non conoscenza e della sopportazione. Addio alla bestiola parente povera del nobile cavallo. Al Napoli inizia l'era della pantera. E considerato che l'anno scorso lo scudetto ci è stato in qualche modo scippato, forse forse affidarsi ad un animale che scippa e graffia non è proprio una cattiva idea. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino