Napoli, la pantera nell'azzurro ​ma il ciucciariello è la nostra storia

Napoli, la pantera nell'azzurro ma il ciucciariello è la nostra storia
Che in casa Napoli fosse tempo di rivoluzione lo si era capito già da tempo, da quando il nuovo allenatore Carlo Ancelotti, suscitando reazioni pari per stupore e...

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Che in casa Napoli fosse tempo di rivoluzione lo si era capito già da tempo, da quando il nuovo allenatore Carlo Ancelotti, suscitando reazioni pari per stupore e intensità a quelle prodotte dalla svolta eliocentrica di Copernico, ebbe a dire in conferenza stampa che a partita in corso si può cambiare modulo e addirittura giocatori. Che però questa rivoluzione andasse oltre il campo e potesse addirittura arrivare a toccare i simboli per così dire genetici della squadra partenopea nessuno poteva immaginarlo. E invece, presentando al mondo la nuova maglia azzurra per la prossima stagione, ci ha pensato lo sponsor tecnico Kappa a sferrare un colpo micidiale al più tenace conservatorismo legato all'iconografia azzurra.

 
Per la prima volta infatti, nella trama della maglia del Napoli ci sta un animale. Che bestia sia non è ancora chiaro e anche se l'ipotesi maggiormente accreditata parla di una pantera sul punto il dibattito è apertissimo. Qualcuno incautamente ha persino avanzato l'ipotesi di un leone però visto com'è andata sette anni fa con Inler e la presentazione in maschera è stato immediatamente ingiuriato e messo a tacere in malo modo. Quel che è certo, comunque, è che non si tratta di un ciuccio. Un felino, al massimo, visto che lo sponsor tecnico parla di ruggiti e di zampate. Una pantera sulla maglia della squadra del ciuccio. Che è un po' come mettere al posto della lupa una tartaruga sulla maglia della Roma e un alce bicornuto al posto della zebra bianconera su quella della Juve. E anche se il responsabile del marketing azzurro Alessandro Formisano assicura che la scelta è puramente commerciale ed è stata fatta in tempi non sospetti, un anno e mezzo fa, quando ancora il divorzio con Sarri non era all'orizzonte, è evidente che si tratta di una svolta ideologica epica.
 

Basta con l'animale simbolo della remissività sia pure resistente alle fatiche. Basta con l'animale simbolo spesso a torto della non conoscenza e della sopportazione. Addio alla bestiola parente povera del nobile cavallo. Al Napoli inizia l'era della pantera. E considerato che l'anno scorso lo scudetto ci è stato in qualche modo scippato, forse forse affidarsi ad un animale che scippa e graffia non è proprio una cattiva idea. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino