Quei cori razzisti dei frustrati del gol

Quei cori razzisti dei frustrati del gol
Martedì sera, mentre al Camp Nou la Roma di Garcia cadeva sotto i colpi inferti dal Barcellona, i tifosi romanisti hanno iniziato a cantare «Odio Napoli». E che c'entra...

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Martedì sera, mentre al Camp Nou la Roma di Garcia cadeva sotto i colpi inferti dal Barcellona, i tifosi romanisti hanno iniziato a cantare «Odio Napoli». E che c'entra Napoli con il Barcellona se non per il fatto che, effettivamente, forse soltanto i napoletani avrebbero potuto neutralizzare Messi e Neymar mostrando loro, rispettivamente, una foto di Maradona e una di Zuniga? Niente.


Non si tratta infatti, come pure qualcuno potrebbe pensare, di un banale caso di razzismo becero. Si tratta di una faccenda assai più grave e complessa che richiede da parte nostra non già la condanna bensì la pietas e la più ampia comprensione umana. Si tratta, infatti, di un chiarissimo caso di sindrome da disturbo ossessivo-compulsivo. Se i romanisti prendono un aereo e vanno fino in Spagna per mettersi a insultare Napoli e i napoletani è chiaro che siamo in presenza di un'ossessione odio-amorosa pari se non superiore a quella di Petrarca per Laura, Catullo per Lesbia e Materazzi per Benitez.

Invocare Napoli mentre perdi col Barcellona, infatti, è un poco come invocare Brad Pitt se fai cilecca con la uagliona tua. Mica è colpa di Brad Pitt se al posto del punto G hai trovato il telecomando della televisione. Ora, il problema non sarebbe così grave se non fosse che a trovarsi in questa miserabile condizione (che da parte nostra, lo ripetiamo, merita tutta la nostra comprensione e la nostra vicinanza) non sono soltanto i romanisti ma numerosi altri esponenti di tifosi di squadre italiane. Come dimenticare, ad esempio, i tifosi della Juve che impegnati allo Stadium con il Borussia Dortmund invece di sostenere la squadra si son messi a studiare le lingue per tradurre correttamente in tedesco «Napoli colera»?


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Il Mattino