Avellino-Audace Cerignola 1-0, che zampata all'ultimo respiro

Ospiti in 10 per un'ora ma il gol arriva a tempo scaduto

Tutta la gioia di Manuel Ricciardi
Tre punti di platino conquistati all'ultimo secondo e all'ultimo assalto. Una vittoria firmata da Manuel Ricciardi, terzino bistrattato e deriso fino allo scorso aprile...

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Tre punti di platino conquistati all'ultimo secondo e all'ultimo assalto. Una vittoria firmata da Manuel Ricciardi, terzino bistrattato e deriso fino allo scorso aprile che è stato trasformato da brutto anatroccolo in un bel cigno da Michele Pazienza.

L'ex Ascoli ha trovato il guizzo vincente nel bel mezzo della tempesta che si stava abbattendo sul Partenio Lombardi. Un gol accompagnato da un boato incredibile che ha fatto esplodere la festa in campo, sugli spalti, a casa e tra le strade della città con caroselli di giubilo per festeggiare, almeno per una sera, il secondo posto. Esattamente come contro il Monterosi, l'aver conquistato i tre punti sul gong è un segnale percepito quasi come un presagio al pari delle mosse, pure ieri sera indovinate, di mister Pazienza. 

Il tecnico di San Severo ha inizialmente provato a dosare un po' le forze riposizionando Rigione nel cuore della difesa, da dove mancava dalla trasferta di Messina, preferendo Ricciardi a Sannipoli a sinistra ma anche Gori, in attacco, a Marconi nell'ormai più classica delle staffette. Per il resto l'undici iniziale ha ricalcato quello vittorioso contro il Monterosi. Rispetto a tre giorni fa, tuttavia, sulla scena di uno stadio con 6.500 spettatori sugli spalti, si è vista una gara tatticamente e agonisticamente diversa. Il perché è da ricercarsi nel propositivo 4-3-2-1 di Ivan Tisci che ha sempre replicato colpo su colpo alle offensive biancoverdi pure quando si è ritrovato in inferiorità numerica.

Un tema tattico chiarissimo fin dai primi cinque minuti in cui dopo un affondo di Sgarbi, che non ha trovato Gori in posizione centrale, D'Ausilio ha letteralmente sfondato nella zona di Mulè penetrando in area dal versante destro. Tempestivo, nella circostanza, è stato l'intervento in tandem di Ghidotti e Benedetti.

Per la prima vera parata di Krapikas, tuttavia, c'è stato bisogno di aspettare il 25esimo con il portiere ospite chiamato ad intervenire a mano aperta sulla bomba dal limite di Palmiero. Due giocate da applausi a cui ha fatto seguito l'occasione, da mangiarsi invece le mani, sciupata da Gori. L'ex viola è stato bravissimo ad intercettare il passaggio arretrato di Ligi ma ha clamorosamente perso l'attimo per bucare il portiere pugliese. 

Esattamente cinque minuti dopo, quasi per compensare l'errore, Krapikas è passato dal sospiro di sollievo alla disperazione perché, in libera uscita fino a centrocampo per anticipare l'onnipresente Sgarbi, lanciato da Varela, si è aiutato con il braccio destro: rosso diretto e Tisci costretto a richiamare bomber Malcore per collocare Trezza tra i pali. Il classico colpo di scena che ha mutato la trama del film con il Cerignola costretto alla difensiva e l'Avellino che ci ha subito provato con una torsione di testa di Gori. Malgrado ciò la squadra di Tisci è riuscita a restare indenne fino all'intervallo. 

Pur con sempre meno lucidità dovuta dalla mancanza di energie nelle gambe, nella ripresa l'Avellino ci ha provato più con conclusioni dalla distanza, come nel caso di Ricciardi (parata di Trezza) e Sgarbi (tiro a giro finito fuori) che con azioni elaborate. Inerzia durata fino al 12’ quando Pazienza ha deciso di osare: fuori Rigione e Cancellotti e dentro D'Angelo e Marconi con dirottamento di Armellino in difesa, Sgarbi nel ruolo di esterno e Ricciardi sulla corsia di destra. Uno stravolgimento quasi totale che, solo a venti minuti dalla fine, ha iniziato a dare qualche frutto ma nella triangolazione a velocità supersonica tra Palmiero, Sgarbi e Varela, l'uruguaiano ha calciato oltre la trasversale una sorta di rigore in movimento. Errore che ha preceduto l'ultima doppia mossa di Pazienza che ha scosso i suoi con Sannipoli e Pezzella al posto di Varela e Palmiero.

Proprio Sannipoli, nell'assalto finale, ha trovato in area la deviazione di Marconi che ha fatto gridare al gol ma Trezza è stato superlativo nel chiudergli lo specchio. Da forte apache l'assedio conclusivo con Trezza superlativo in successione su Sannipoli, D'Angelo e Gori. Come nei migliori film a lieto fine, però, all'ultimo assalto e all'ultimo cross di Pezzella, Ricciardi ha indovinato i tempi dell'inserimento per aggirare la difesa in uscita del Cerignola e con un destro chirurgico ha fatto esplodere un Partenio Lombardi divenuto incandescente malgrado la pioggia scrosciante.

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Il Mattino