Retrocessione all'ultimo posto in classifica più tre punti di penalizzazione per la prossima stagione, insieme alla inibizione per cinque anni del presidente Walter...
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Il castello accusatorio presenta diverse lacune: tra queste l'assoluta mancanza di telefonate, mail, o prove che testimoniano l'incontro tra la dirigenza avellinese e quella calabrese per prendere accordi per il pareggio. «Ho conosciuto Cosentino ha spiegato Taccone davanti alla Sezione disciplinare cinque minuti prima di quella partita e ci sono alcune foto che lo testimoniano. Mi ha accolto allo stadio come un ottimo padrone di casa e mi ha offerto un caffè. Ma oltre a quella volta non ce ne sono altre in cui l'ho incontrato, sentito al telefono, credo che il mio cellulare sia intercettato da sempre, e poi anche il mio nome non compare in nessuna delle sue conversazioni. Non capisco davvero di cosa si stia parlando». Ma l'asso nella manica lo ha sfoderato l'avvocato Edoardo Chiacchio, uno dei migliori in Italia nell'ambito della giustizia sportiva, quando ha ricordato al presidente della Sezione disciplinare del Tfn Cesare Mastrocola, il caso CrotoneAtalanta del 2011. «Un terzo soggetto ha ricordato Chiacchio non coinvolto nelle intercettazioni, non può essere condannato e incriminato laddove non ci siano intercettazioni e prove dirette che lo riguardano». Allora il club bergamasco, tra i deferiti c'era il capitano Cristiano Doni, fu prosciolto proprio dal Tribunale federale nazionale, anche allora presieduto da Mastrocola al quale il legale dell'Us Avellino si è rivolto in modo deciso e teatrale durante la sua arringa. «Non ho niente da aggiungere ha concluso Chiacchio perché qui non c'è davvero nulla di cui parlare. Sa benissimo di cosa parlo visto che formulò lei quel proscioglimento. Contro i miei assisti non c'è nulla. Nei loro confronti l'impianto accusatorio è nullo».
Particolarmente provato invece il direttore sportivo Enzo de Vito. «Da quattro mesi non vivo più», ha detto davanti ai giudici. Al termine della udienza comunque i volti erano più distesi. «La difesa di Chiacchio ha evidenziato Taccone mi sembra dica tutto. Siamo sconcertati perché non sappiamo davvero da cosa dobbiamo difenderci visto che non abbiamo fatto nulla. E nonostante tutto la Procura è andata avanti con delle richieste semplicemente assurde. Se questo è il calcio e la giustizia sportiva siamo davvero messi male, non ho più fiducia in nulla». Intanto l'Avellino oggi è atteso da uno scontro salvezza delicato e decisivo contro l'Ascoli, al Partenio-Lombardi. «Oggi ha concluso il presidente vinceremo sul campo, in seguito vinceremo anche in tribunale». Per mercoledì è attesa la sentenza, per il secondo grado invece bisognerà aspettare la fine di gennaio.
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Il Mattino