Avellino, Matera scala posizioni e potrebbe partire titolare

Avellino, Matera scala posizioni e potrebbe partire titolare
Ancora due giorni per preparare un'altra sfida delicata nella consapevolezza di non poter perdere più terreno dal gruppo di testa. Con il conto alla rovescia, che...

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Ancora due giorni per preparare un'altra sfida delicata nella consapevolezza di non poter perdere più terreno dal gruppo di testa. Con il conto alla rovescia, che procede spedito, si avvicina per Piero Braglia anche il momento delle scelte di formazione. Decisioni mai così delicate ed in qualche caso per nulla scontate. Se in difesa non ci sono più alternative al rilancio dei gregari Davide Bove (9 presenze per 557 minuti giocati) e Andrea Sbraga (solo 1 presenza di 90 minuti alla prima di campionato contro il Campobasso) al posto dei titolari Alberto Dossena (squalificato) e Luigi Silvestri (infortunato), in mediana e in attacco ci sono altri calciatori che hanno la possibilità di uscire dall'anonimato e schiodare le loro spalle dalla panchina. 

E' il caso di Antonio Matera, ex metronomo di 25 anni della Cavese, che finora ha collezionato cinque presenze in campionato ma, in termini di minutaggio, non è andato oltre gli 83 minuti complessivi: 17 contro il Latina; 2 contro il Catanzaro; 20 ad Andria; 1 contro la Paganese, ma soprattutto un intero secondo tempo a Palermo. Proprio la bella ripresa disputata al Renzo Barbera, dove è subentrato al posto di Alberto De Francesco, ha contribuito a rilanciarlo anche perché è riuscito a dimostrare che nel nuovo modulo (4-2-3-1) è tra quelli che si adatta meglio a giocare da incontrista al fianco di Salvatore Aloi. Cosa che, per caratteristiche tecniche più spiccatamente da giocoliere, riesce meno bene a De Francesco ma anche a D'Angelo e Mastalli, più adatti al ruolo di interni di centrocampo. Ecco perché, in attesa che Giuseppe Carriero guarisca dal problema alla caviglia e torni in condizione atletica accettabile per affrontare novanta minuti di battaglia in un ruolo dove ci sarà da correre tantissimo per tappare falle e sradicare palloni ai trequartisti avversari, la candidatura di Matera al fianco di Aloi sta prendendo sempre più quota. Complice la contrattura muscolare che Riccardo Maniero sta facendo fatica a smaltire, anche ieri si è allenato in disparte con Carriero e Scognamiglio, pure nel ruolo di terminale offensivo le seconde linee rappresentate da Vincenzo Plescia e Luca Gagliano stanno avendo uno spazio sempre più importante a differenza del giovane Antonio Messina che, con le sue 3 presenze per complessivi 33 minuti, resta ultimo nella batteria degli attaccanti da cui Braglia sarà sabato chiamato a scegliere nuovamente il titolare della settimana.

Cosa che nelle ultime giornate ha spesso visto l'ex Vibonese alternarsi al gioiellino di proprietà del Cagliari. Quest'ultimo, con 3 reti all'attivo, in questo momento è anche il capocannoniere della squadra mentre Plescia è fermo alla girata vincente di Catania. Sotto l'aspetto realizzativo, mettendo in correlazione i 376 minuti collezionati nel corso di nove spezzoni di partita disputati da Plescia con i 371 minuti di Gagliano, spalmati addirittura su 11 gare, la media del sardo è decisamente la migliore di tutte e finisce per mettere persino in cattiva luce i 480 minuti che Maniero, senza mai andare in gol, ha disputato nell'arco di sei partite. Malgrado ciò il favorito a guidare l'attacco contro il Taranto, che in difesa è affidato alla regia di Walter Zullo e sta dimostrando una grande solidità arretrata (appena 9 reti subite, 1 in più dei lupi), sembra essere proprio Vincenzo Plescia. Dalla sua parte ci sono le prestazioni offerte nelle ultime cinque partite in cui ha dato un contributo importante e decisivo alla causa con due rigori guadagnati (Andria e Palermo) nonché un gol realizzato al Massimino. Tre episodi decisivi che, all'indomani della sconfitta di Viterbo contro il Monterosi, hanno contribuito ad inchiodare nuovamente Piero Braglia sulla sua traballante panchina grazie a cinque risultati utili consecutivi. Una striscia di 2 vittorie interne e 3 pareggi esterni capace di portare in dote nove punti. Un bottino identico a quello messo in cassaforte da Catania e Monopoli ed inferiore di un solo punto soltanto a quello di Palermo e Bari,
 

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Il Mattino