L’ammissione di colpa e una squalifica di 8 anni: si è conclusa così la vicenda che ha visto protagonista Yasuhiro Suzuki, star della canoa giapponese che lo...
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Komatsu, in effetti, si era aggiudicato la gara ma non sarebbe passato troppo tempo prima che il risultato venisse sospeso per via del test anti-doping. Poi, però, la presa di coscienza e la svolta: pare che Suzuki, dopo aver partecipato a una conferenza di sensibilizzazione contro le droghe organizzata proprio per la Nazionale, abbia scelto di venire allo scoperto confessando il misfatto: «Mi aveva fatto venire il sangue amaro, non volevo che mi sorpassasse nelle gerarchie verso la qualificazione».
Ecco, allora, un nuovo ribaltamento dei piani: Komatsu è riabilitato mentre Suzuki è squalificato «per una condotta totalmente contraria allo spirito del fair play che dovrebbe prevalere nello sport», si legge in un comunicato della federazione giapponese. Non solo. Perché la stessa federazione ha proposto la sua radiazione a vita dal momento che la stella del kayak non era alle prime armi in quanto a sabotaggi.
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Il Mattino