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Gli anni passano ma la chiave è sempre lui, Riccardino Improta. Fabio Caserta al «Diego Maradona» ha potuto apportare variazioni al tema soprattutto grazie alla presenza in rosa di un giocatore estremamente versatile come lo scugnizzo di Pozzuoli. Il tecnico pur confermando il 4-2-3-1 ha fatto ricorso al caro vecchio gioco delle tre carte (da leggersi tre rifinitori) per mettere in difficoltà gli avversari. Strategia pura: rimescolando le posizioni di Elia, Insigne e Improta, e piazzandoli alle spalle di una prima punta di peso come Moncini, la produzione offensiva è aumentata in modo smisurato. La smazzata ha sortito l'effetto sperato soprattutto grazie al poliedrico Improta, capace di disimpegnarsi in maniera egregia pure nell'inedita veste di trequartista e nonostante il tecnico gli abbia pure chiesto un sacrificio per dare una mano ai due centrocampisti Calò e Acampora nella fase di copertura. La mossa, più che azzeccata, ha consentito all'allenatore calabrese di far partire Insigne largo dalla zona a lui più congeniale e di sistemare Elia, che è in prevalenza destro di piede, sul versante opposto, quello mancino. In tal modo Caserta si è ritrovato ad attaccare con i due esterni a piede invertito, e a sfruttare la stazza di Moncini per gli inserimenti centrali di Improta. Meccanismi studiati a tavolino e di certo non frutto del caso. Emblematica l'azione tutta in verticale da cui è scaturito il gol del raddoppio: dopo il dialogo sull'asse Acampora-Insigne, Elia ha potuto raccogliere palla, accentrandosi con un gioco di prestigio, proprio grazie al movimento di Improta che è riuscito a infilarsi in area e a ricevere l'imbucata del compagno prima di controllare e stampare il diagonale all'incrocio. Un'azione da cineteca, una ripartenza fulminea con quattro giocate in verticale da far vedere e rivedere in video ai corsi di Coverciano e nelle scuole calcio. Una controfuga senza portatori ma basata su corsa senza palla e fraseggio. È evidente che si trattava di un'amichevole e che al Napoli mancavano le migliori pedine (stesso discorso valeva per il Benevento), ma i dirimpettai non erano sicuramente gli ultimi arrivati. Improta è un tuttocampista (terzino destro o sinistro, mezzala destra o sinistra, esterno offensivo destro o sinistro e adesso pure fantasista dietro la punta) che vede la porta, si sacrifica nel contenimento perché sa difendere, ha i tempi di inserimento e conosce a menadito gli spostamenti. Pasquale Foggia, consapevole della sua indispensabilità, gli ha proposto il rinnovo contrattuale e lui ha subito accettato con entusiasmo dopo una brevissima trattativa perché è legato alla città e attaccato alla maglia.
Ora Caserta deve decidere se replicare lo stesso assetto domani sera contro il Lecce oppure cambiare, visto che Ionita è rientrato già da tre giorni, si è aggregato da due e ieri ha svolto l'intera seduta col resto dei compagni.
Intanto alcuni ex svincolati hanno trovato squadra. Oliver Kragl, che ha rescisso col Benevento sul gong, è tornato a Foggia. Il sempreverde Felice Evacuo, recordman di gol in C (172 marcature), si è accordato con la Juve Stabia. Il portiere Alberto Brignoli si trasferisce in Grecia al Panathinaikos. Enrico Pezzi dopo anni di onorata carriera in C, scende in D: da ieri è un nuovo calciatore del Forlì. Il 36enne Christian Agnelli va a rinforzare il Cerignola. La punta Domenico Germinale passa al Rimini. Tra gli ex canterani il centrale difensivo 2000 Francesco De Caro ha trovato l'intesa con la Cavese, Mario Migliarotti (2001) vestirà la maglia della Scafatese, il terzino sinistro Andrea De Siena (2001) ha chiuso con il Nola, l'altro mancino Mario Andreozzi è del Lanusei.
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Il Mattino