La rivalità tra Napoli e Cagliari, ma una volta furono vicinissimi

La rivalità tra Napoli e Cagliari, ma una volta furono vicinissimi
Si attribuisce allo spareggio per la permanenza in serie A Cagliari-Piacenza, giocato al San Paolo nella primavera del '97, l'inizio dei rancori tra la tifoseria...

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Si attribuisce allo spareggio per la permanenza in serie A Cagliari-Piacenza, giocato al San Paolo nella primavera del '97, l'inizio dei rancori tra la tifoseria napoletana e quella sarda perché dalla sponda rossoblù accusarono i sostenitori del Napoli - ovviamente neutrali - di aver tifato per gli emiliani, allenati da Mutti, che soltanto per le prime giornate della successiva stagione si sarebbe seduto sulla panchina azzurra. Ma i rapporti erano tesi da tempo, da almeno cinque anni, quindi ancor prima della salvezza del Piacenza perché la tifoseria cagliaritana non aveva visto di buon occhio una specie di intrusione napoletana.

Nel 1992, dopo aver centrato l'obiettivo della qualificazione in Coppa Uefa con Ranieri (arrivato proprio da Cagliari, dopo una storica doppia promozione dalla C alla A) in panchina, Ferlaino si lasciò tentare dalla multiproprietà e accettò la proposta dell'amico e finanziere Ambrosio di acquisire il 50 per cento della società sarda che era stata ceduta dalla famiglia Orrù. E così i due imprenditori napoletani diventarono soci di Cellino, giovane e rampante industriale del grano, con la società Palco Immobiliare. Esperienza che durò poco, anche perché Ferlaino e Ambrosio affrontarono proprio in quel periodo una serie di vicende giudiziarie.

A “sancire” l'alleanza Cagliari-Napoli fu il trasferimento del giovane attaccante uruguaiano Fonseca: da stellina rossoblù diventò il partner niente meno che di Careca, con pagamento di 14 miliardi di lire al club sardo che aveva ricevuto un'allettante offerta anche dalla Juventus. L'inizio fu scoppiettante: 5 gol nella prima partita di Coppa Uefa sul campo del Valencia. Ma poi cominciò la crisi tecnica: l'inizio del secondo anno di Ranieri fu deludente e scattò l'esonero per il tecnico romano che nella prima stagione aveva fatto del suo meglio - qualificazione in Europa - per far superare ai tifosi lo choc della squalifica di Maradona. Ferlaino non avrebbe più fatto altre compartecipazioni e uscì dal mondo del calcio nel 2002, quando consegnò il Napoli nelle mani dell'imprenditore alberghiero Salvatore Naldi.

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Il Mattino