Il Benevento si avvicina alla meta un passo alla volta. Anche il pari contro la Salernitana, così come già accaduto contro il Pisa, non pregiudica nulla. Anzi,...
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GLI INDISPONIBILI
Ma le variabili da considerare non sono poche, a cominciare dall'eccessiva rudezza nei contrasti da parte degli avversari. Aveva cominciato il Pisa a «picchiare duro» (3 ammoniti e un espulso) lo scorso 19 gennaio, il Cittadella ha fatto più o meno lo stesso (5 gialli e un rosso) e la Salernitana non è stata da meno. Solo che nel derby il direttore di gara Illuzzi di Molfetta ha finito per concedere ai granata di andarci giù pesante (4 cartellini di cui tre nei primi 28'), graziando il già ammonito Gondo in ben due circostanze: una nel primo tempo e l'altra, ben più evidente, nella ripresa quando il fallo (quasi di frustrazione) su Letizia era quasi da cartellino arancione. Se n'è accorto anche Ventura, che qualche istante dopo ha tirato fuori l'ivoriano per inserire Giannetti evitando così di esporlo a ulteriori rischi dopo il salvataggio in extremis. L'arbitro ha poi espulso Improta per un intervento sicuramente scomposto, ma col ginocchio e che non ha cagionato chissà quale nocumento ad Aya. Un rosso a tempo praticamente scaduto (era il quinto e ultimo minuto di recupero) che, ragionando con lo stesso metro adottato per Gondo, poteva tranquillamente diventare un giallo. SuperPippo si è arrabbiato perché a fare le spese della condotta di Illuzzi è stato unicamente il Benevento che, oltre a Improta e Maggio (era diffidato e sarà squalificato), ha perso anche Kragl a causa dei ripetuti colpi incassati, diretta conseguenza di una serie di falli che i granata hanno perpetrato ai suoi danni. Ora bisognerà valutare di che entità è il problema muscolare del tedesco, che rischia di saltare la sfida esterna con il Cosenza (che ieri ha perso a Pescara 2-1: vantaggio di Asencio e abruzzesi a segno con Zappa e Bocic) al pari di Maggio, Improta, Tuia, Antei, Tello e probabilmente anche Vokic. Sia chiaro, all'inizio del nuovo anno, dopo un girone d'andata quasi immacolato sul piano degli infortuni e delle squalifiche, alcune assenze in qualche modo potevano essere messe in preventivo. Ma una così lunga sfilza di defezioni, per di più generata, per metà, da una discutibile direzione di gara, rende più che giustificato l'amaro sfogo di Inzaghi nel post-partita.
LA ROSA
Il Benevento ha una rosa di livello assoluto e può ovviare senza contraccolpi ai potenziali forfait, ma è altrettanto evidente che quando il ventaglio di scelte si assottiglia un allenatore non può certo fare i salti di gioia. Mettiamola così: il momento in cui dar spazio a chi ha giocato di meno è arrivato in anticipo di qualche settimana, ma la sostanza è la stessa. In gruppo ci sono elementi che meritano una chance per la serietà con cui si sono sempre allenati, per la dedizione, l'impegno e soprattutto per la capacità di fare gruppo e anche per non aver mai polemizzato pur avendo un minutaggio ridotto rispetto a tanti altri. Pertanto possono scaldare i motori i vari Gyamfi e Insigne, come pure i nuovi arrivati Barba e Moncini. Inzaghi, che intanto si gode Marco Sau - che con la rete nel derby ha raggiunto Viola e Coda a quota sei marcature in vetta alla classifica dei bomber giallorossi -, potrebbe dare spazio a tutti e quattro al «San Vito-Marulla» domenica sera. Il tecnico piacentino ha avuto ancora una volta risposte importanti nel momento del passaggio al 4-4-2, che oltre a dare maggiore ampiezza alla manovra risulta anche meno prevedibile del 4-3-2-1. A Cosenza probabilmente il tecnico aveva già in testa di schierare Improta e cambiare sistema di gioco, ed è anche per questo che si è risentito per quel rosso «gratuito». Ora sarà costretto a rivedere i suoi piani, perché senza Tello, Improta, Kragl e forse Vokic le pedine per il 4-4-2 scarseggiano. Ma SuperPippo qualcosa si inventerà.
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Il Mattino