Una giornata diversa rispetto a quelle vissute sinora. Perché da quel 6 dicembre Luigi Izzo e Nicola Circelli non hanno avuto un momento di tregua: il lavoro è stato...
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CASO DI SOMMA
Il presidente Luigi Izzo è stato chiarissimo in conferenza stampa. Bisogna trovare una sintesi e non solo: c'è bisogno che il diesse si adatti alla visione della società. «Se si troverà una sintesi tra il nostro progetto e il suo si può provare ad andare avanti. Al momento è lui che deve decidere, anche perché noi siamo entrati in punta di piedi. Di certo questa storia deve risolversi presto e non diventare una fiction». Il confronto ci sarà: tra oggi al massimo domani, in base anche agli impegni del presidente che dovrà partire per Milano per chiudere un contratto per le sue aziende. È chiaro però che le parti sono distanti e non poco: ieri Di Somma era ad Avellino, in mattinata ha brindato con alcuni amici tra cui Gigi Pavarese al bar Olga, ed è stato con la squadra, mentre Martone era a Castellammare e a Benevento per parlare con i diesse Polito e Palermo, a caccia di giocatori per gennaio.
SCATTO CON CAPUANO
Diverso sembra il destino di Eziolino Capuano. Una foto postata sul profilo di Luigi Izzo lo vede sorridente al fianco del mister, seduti sulla panchina biancoverde. Un segnale distensivo lanciato al tecnico ed alla piazza anche se Capuano chiede rassicurazioni per il suo vice che al momento è senza contratto, ed anche per se stesso, considerato che il presidente Mauriello gli aveva promesso un adeguamento. Promesse che non riguardano l'attuale proprietà che comunque resta disponibile e pronta all'ascolto e al dialogo.
INCUBO SCOMMESSE
Alle 11 di domani mattina intanto, in via Campania a Roma, l'avvocato Edoardo Chiacchio e il suo collega Gianpaolo Calò saranno chiamati a difendere il club dall'accusa di scommesse e illecito sportivo per violazione dell'articolo 1 bis, comma 1-5 del codice di giustizia sportiva. Tutta colpa di una foto inviata alla procura federale in cui veniva immortalato Luigi Carbone, direttore operativo e braccio destro di Gianandrea De Cesare, allo sportello di un centro Snai. Una foto che, malgrado gli interrogatori dei diretti interessati e le memorie prodotte dagli avvocati Alberto Colarusso e Claudio Mauriello che difendono Carbone, hanno portato al deferimento dell'Avellino e dell'ex dirigente. Il club, come ammesso dallo stesso Filippo Polcino in conferenza stampa, rischia una penalizzazione: «Da parte nostra- ha detto l'avvocato Edoardo Chiacchio - faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi che esiste perché la Procura ha deciso di rinviare a giudizio tesserato e società nonostante gli strenui tentativi difensivi operati da chi mi ha preceduto nel corso dell'istruttoria e dopo la comunicazione di conclusione. Pur avendo avuto solo 48 ore per studiare l'incartamento, nelle nostre memorie difensive depositate venerdì sera, riteniamo di avere in mano degli elementi per scongiurare il peggio». Più ottimista, invece, è stato nei giorni scorsi l'avvocato Alberto Colarusso che ha chiarito il suo pensiero e anticipato la sua strategia in una nota stampa: «Per quanto ci riguarda - ha scritto il legale di Carbone- non c'erano i presupposti per il deferimento. La foto allegata all'esposto, che risulta essere anonimo, non presenta una data certa. Da quando è tesserato, Carbone non è mai entrato in un'agenzia di scommesse. All'epoca dei fatti, Carbone era il responsabile operativo della Sidigas per le società sportive ma non era tesserato dell'Us Avellino».
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Il Mattino