Calciomercato. Ecco Mandragora talento in vetrina: «Sogno il Napoli»

Calciomercato. Ecco Mandragora talento in vetrina: «Sogno il Napoli»
«Indossare la maglia del Napoli rimane il mio sogno più grande». Un telegramma, secco e diretto. Proprio come come gli interventi a centrocampo firmati da Rolando Mandragora....

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«Indossare la maglia del Napoli rimane il mio sogno più grande». Un telegramma, secco e diretto. Proprio come come gli interventi a centrocampo firmati da Rolando Mandragora. Rolly, per gli amici, è la sorpresa più bella di questi primi mesi di serie B e non solo. Dopo aver conquistato il cuore della mediana del Pescara è diventato il leader dell'Under 21 di Gigi Di Biagio, che non ha paura di affidargli le chiavi del gioco nonostante sia un ragazzo del '97. Un anno fa l'esordio in serie A con la maglia del Genoa, quando lasciò tutti a bocca aperta con una prestazione meravigliosa contro la Juventus. Oggi Mandragora ha trovato continuità di rendimento a Pescara in serie B.




È esploso tra i grandi con la maglia del Genoa, poi Oddo l'ha fortemente voluta a Pescara. Ma si sente pronto per ritornare in serie A?

«È uno dei miei obiettivi più importanti e spero di ritrovarla presto».



A proposito di obiettivi…

«Indossare un giorno la maglia del Napoli sarebbe davvero un sogno. Ma allo stesso tempo lascio che siano gli altri a giudicare le mie prestazioni e a valutare se e quando sarà pronto per questo grande salto».



È nato e cresciuto a Scampia, tutta la sua famiglia vive ancora lì, ma lei è sempre stato lontano da casa: prima Genova, ora Pescara. Le manca Napoli?

«La mia città mi manca tantissimo, e d'altra parte sarebbe impossibile dire o pensare il contrario. Allo stesso tempo, però, sono anni oramai che vivo lontano e mi ci sono abituato. Ovviamente quando posso torno sempre a casa per riabbracciare i miei genitori e tutte le persone alle quali sono legato».



Il suo ruolo è molto delicato: mediano davanti alla difesa. Deve impostare il gioco e allo stesso tempo proteggere la propria porta. Quanto è difficile per un ragazzo così giovane come lei?

«È soprattutto una questione di testa. Quando gioco non sento mai la pressione e mi metto sempre al servizio della squadra».









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Il Mattino