Calzona e il doppio incarico tra Napoli e Slovacchia: «Con De Laurentiis patto fino a giugno»

«Andiamo avanti e vediamo quello che succede a giugno»

Francesco Calzona sulla panchina della Slovacchia
Per il momento resta un traghettatore per sua stessa ammissione. Francesco Calzona ha fatto chiarezza sul suo ruolo e sul futuro, parlandone serenamente proprio mentre indossa(va)...

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Per il momento resta un traghettatore per sua stessa ammissione. Francesco Calzona ha fatto chiarezza sul suo ruolo e sul futuro, parlandone serenamente proprio mentre indossa(va) i panni del ct della Slovacchia e riferendosi alla panchina del Napoli. La doppia veste di commissario tecnico e allenatore del club azzurro è incompatibile per l'ex ragazzo di Calabria. Il tecnico lo ha detto senza mezzi termini in una lunga intervista a Sportmediaset dopo la sconfitta nell'amichevole con l'Austria. «Una situazione del genere è stata possibile solo in questo periodo perché non c'erano partite ufficiali con la nazionale - ha detto il tecnico - Viceversa, almeno per come sono abituato a lavorare con il mio staff, la cosa sarebbe incompatibile». Inevitabile che gli si chieda cosa accadrà a giugno, al termine del campionato di serie A. Anche sotto questo aspetto l'allenatore è stato perentorio, sebbene abbia lasciato comunque una finestra aperta. «Non ci penso anche perché gli accordi con il Napoli sono per questi mesi. Ho un contratto con la Federazione slovacca e qualsiasi cosa succeda decideremo insieme. Io devo soltanto ringraziare la Federazione che mi ha dato questa opportunità di allenare una squadra di club che era il mio sogno, per cui andiamo avanti e vediamo quello che succede e speriamo di raggiungere una posizione importante quest'anno, poi vedremo a giugno». 

Una chance 

Calzona sa bene che la chance (probabilmente l'unica) per una riconferma da parte di Aurelio De Laurentiis passa per la qualificazione alla prossima Champions. In ogni caso, e a prescindere poi dalle decisioni di DeLa, l'obiettivo è quello di conquistare un posto nell'Europa che conta. Il tecnico si aggrappa ai numeri, tradisce fiducia e svela che tutta la squadra crede nel traguardo. «La matematica non ci condanna: i ragazzi ci credono così come ci credo anche io. Bisogna vincere qualche partita in più, magari fare un filotto di successi per rientrare in corsa. Abbiamo la fortuna di avere degli scontri diretti al Maradona con le nostre avversarie che ci precedono in classifica e dobbiamo sfruttarli assolutamente per racimolare qualche punto». Il suo Napoli è imbattuto in campionato, ma paga il ritardo in classifica già accumulato dalle precedenti gestioni ed anche qualche pareggio di troppo (Cagliari e Torino) che hanno frenato la rincorsa dei campioni d'Italia. Da quando è salito sulla tolda della nave azzurra, Calzona ha raccolto 9 punti in cinque partite in A ed il Napoli si ritrova a sei lunghezze dal quinto posto (occupato dalla Roma a quota 51) che può significare il pass per la prossima Super Champions. Ma soprattutto si è rivista un'identità di squadra. «Ho un gruppo che mi segue: sono venuti tutti fuori da una situazione difficile. Il risultato ci condanna perché per raggiungere una posizione di prestigio dobbiamo vincere sempre, a volte non ci riesci perché c'è tanta pressione, per cui abbinare qualità nel gioco, tattica e risultati non è facile, ma i ragazzi ce la stanno mettendo tutta». 

Il neo 

Finora il Napoli di Calzona si è arreso solo al Barcellona negli ottavi di Champions su cui però pesa quel rigore non concesso ad Osimhen nella gara di ritorno. «Sono situazioni che possono capitare: certamente c'è rammarico perché pareggiare quella partita dallo 0-2 ci avrebbe dato un bello slancio. Poi abbiamo avuto l'occasione non sfruttata da Lindstrom. Dobbiamo guardare avanti e pensare al campionato».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino