Canottieri Napoli, la festa dell'orgoglio giallorosso con Malagò

Sala De Gaudio gremita per la cerimonia voluta dal presidente Giancarlo Bracale

Giovanni Malagò, presidente del Coni
La nostra storia, il nostro futuro. La Canottieri Napoli celebra le sue leggende. Ad impreziosire la cerimonia dell’orgoglio giallorosso Giovanni Malagò, abile a...

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La nostra storia, il nostro futuro. La Canottieri Napoli celebra le sue leggende. Ad impreziosire la cerimonia dell’orgoglio giallorosso Giovanni Malagò, abile a districarsi in un’agenda fitta di impegni all’ombra del Vesuvio.

«Una festa bellissima. Conosco molto bene la Canottieri Napoli. Mi sento a casa: conosco i soci, dirigenti allenatori, atleti. È reciprocato con la Canottieri Aniene», dice il capo dello sport italiano, che ricorda la differenza tra olimpico e olimpionico. «Una cosa è vincere una medaglia d’oro, l’altra è partecipare alle Olimpiadi».

Incontri. Il presidente del Coni ritaglia uno spazio utile che precede Italia-Inghilterra per un «passaggio a Palazzo San Giacomo con il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per parlare del PalaVesuvio (con Stefano Mei, presidente Fidal, e il cavaliere Gherardo Tecchi, presidente Fgi). Ci sono i presupposti per fare qualcosa in favore dei giovani di Napoli». 

Malagò si considera il «miglior conoscitore dei Circoli in questo Paese», accolto in maniera trionfale al Molosiglio. «Per ben 21 anni sono stato presidente di un circolo sportivo con responsabilità finanziarie, giuslavoristiche, amministrative, civili. E’ una scuola di vita impressionante», spiega il massimo dirigente del Coni. «Veniamo dalle filosofie anglosassoni di gestire il club. Il Circolo è una associazione sportiva dilettantistica senza scopo di lucro, con le persone che lo dirigono, elette democraticamente in modo volontario. E queste associazioni sono lo sport italiano, non un pezzo dello sport italiano. Sono il 100% di questo meraviglioso mondo, che sono onorato di rappresentare.  Sul quale si fonda questa fantastica storia che ci ha portato negli ultimi due anni ad essere secondi al mondo dopo gli Stati Uniti d’America per le medaglie olimpiche, mondiali, europee».

Sorriso pronto, battuta stampata. E poi strette di mano a raffica. «Una giornata a Napoli in una magica atmosfera. Un momento di celebrazione che ha fatto grande questo sodalizio. Senza i Circoli lo sport italiano non sarebbe quello che è, ovvero un modello». Venerdì mattina al Maschio Angioino per il premio Bearzot. «Un riconoscimento sacrosanto all’allenatore (Luciano Spalletti) che sta facendo qualcosa di meraviglioso». Segue la foto di rito con il presidente Giancarlo Bracale, che stringe tra le mani il Collare d’oro in bella mostra, accanto a Davide Tizzano e Massimiliano Rosolino.

«Viva la Canottieri Napoli, viva il Comitato olimpico, viva le Federazioni, gli atleti di ieri, di oggi, di domani con grande gratitudine. Il Circolo Canottieri ha anche i colori della Città di Napoli, che a me stanno particolarmente simpatici», conclude Malagò, noto tifoso romanista. 

Un parterre di qualità. Scorrono le immagini del trionfo di Atlanta 1996 con Agostino Abbagnale con la celebre telecronaca di Gianpiero Galeazzi ed è un tripudio, allora come oggi, per Davide Tizzano. «In questi anni ho sentito sempre storie strappalacrime di atleti che si dovevano affrancarsi dalla sofferenza. Un grande percorso di fatica. Sono fortunato di essere nato in una grande famiglia nobile. Quello che facevo era normale. Sono grato al Circolo e il mio cuore è giallorosso», osserva soddisfatto il presidente della Confederazione dei Giochi del Mediterraneo. «Sono venuto al Molosiglio la prima volta accompagnato da mio padre. Ho incontrato Antonio Cammarota che mi ha accolto, Aldo Calì, Giovanni Del Forno, Carlo De Gaudio. Mi sono sempre sentito a casa. Un percorso condiviso. Appena ho tagliato il traguardo, ho pensato: chissà al Circolo che faranno», prosegue il possente canottiere, già oro a Seoul nel 1988.

«Garantire la tradizione e la vita di una struttura come questa è complessa. Sono tanti sono gli atleti e atlete che hanno fatto la storia del Molosiglio. Siamo grati, perché esiste la Canottieri Napoli. Grazie per questo abbraccio». Ovazione pura e famiglia Tizzano al completo con la consorte Roberta, le figlie Rosanna e Vittoria, Giuseppe (campioncino in erba sulle orme del papà), il segretario Fabio Santillo.

Sydney 2000: altro video. Tocca all’istrionico Massimiliano Rosolino prendere la parola. «Il Circolo rappresenta lo sport H24, 365 giorni l’anno. La fatica è un piacere, scatta la competizione, il sogno, la rincorsa. Il Circolo ha qualcosa che gli altri non possono comprendere, se non ne fanno parte. C’è posto per molti, non per tutti», argomenta il plurititolato nuotatore. «Alla vigilia di Sydney Davide Tizzano mi disse: «Divertiti». Le stesse parole di Riccardo Siniscalco». E poi un lascito per le nuove leve. «Se volete inseguire un sogno, ben venga. Cercate di sognare in grande. Non tutti possiamo toccare il cielo con un dito una volta nella vita. Si è comunque migliori con lo sport. Grazie alla Canottieri Napoli, perché sono diventato una persona migliore».

Paralimpiadi di Atene 2004. Da Partenope al Partenone. Si rivede anche Imma Cerasuolo. «E’bello ritornare al Molosiglio. E’ bello sognare in grande. E avere un obiettivo da raggiungere. Auguro ai ragazzi di raggiungere le mete più belle. Dalle cadute si impara e ci si rialza. E sorridete».

Mancava da tanto alla Canottieri Davide Rummolo, coordinatore dell’intero settore nuoto agonistico per la Pallanuoto Trieste. «Tutto è possibile soprattutto nello sport», dichiara il bronzo a Sydney 2000. «Non dovevo partecipare alle Olimpiadi. Sono stato ripescato. Ricordo ancora la telefonata di convocazione di Alberto Castagnetti. Ho iniziato a sognare la medaglia solamente dopo le batterie. Medaglia che è arrivata inaspettatamente».

Stella di Apollosa. «Tornare a casa è sempre bello», esterna Stefania Pirozzi. «Sono venuta alla Canottieri all’età di 11 anni». Innumerevoli i chilometri macinati in vasca e non solo. «Quando si fa qualcosa che si ama, non sono mai sacrifici. Rifarei tutto», afferma la bionda campionessa mondiale. «E’ una seconda famiglia. Venivo prima di ogni gara a ricaricare le mie batterie al Circolo».

Istituzioni presenti. Per la Regione Campania Lucia Fortini, assessore alla scuola, politiche sociali e giovanili, per il Comune e la Città Metropolitana di Napoli Sergio Colella, delegato in materia di sport, giovani ed eventi.

Sala De Gaudio gremita. Arriva Nando Gandolfi, artefice del gol che regalò l’oro al Settebello a Barcellona 1992. Si ritrovano i fratelli Fabio e Marco Di Costanzo (campione delle Fiamme Oro due volte bronzo a Rio 2016 e Tokyo 2020), si scorgono Sergio Roncelli, presidente Coni Campania, e il delegato Coni Napoli Agostino Felsani, Paolo Trapanese, presidente Fin Campania, Lino Giugno, presidente Fic Campania, Paolo Zizza, Enzo Massa, capitan Biagio Borrelli e compagni, il past president Achille Ventura, Gianluca Lemmo, vice presidente amministrativo. Presenziano Aldo Campagnola, presidente del Circolo Nautico Posillipo, con il vice sportivo Maurizio Marinella.

Si celebrano i campioni di tutte le sezioni giallorosse: canottaggio, vela, triathlon, pallanuoto, nuoto, motonautica, tennis. Si commemorano Paolo De Crescenzo, Enzo D’Angelo, i fratelli Dennerlein, Mario Scotti Galletta, Mario Vivace, Marco Pirone. Mario Zaccaria, presidente Ussi Campania, ricorda l’amico e il professionista Rosario Mazzitelli. Numerosi i pallanuotisti premiati: Gualtiero Parisio, Renè Notarangelo (vice presidente sportivo), Sante Marsili, Fabrizio Buonocore, Fabio Violetti. Onorati tutti i campioni: Alessandro Fattore, due volte campione d’Europa, alla presenza di Riccardo Giubilei, presidente federale triathlon, Gianmaria Di Meglio, Massimo Cierro e Pino De Maio

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Il Mattino