AMALFI. Anni fa aveva fatto scalpore una sua polemica contro gli ultrà italiani. Stavolta Fabio Capello, ospite del convegno dell'Assoallenatori sui rapporti tra...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
AMALFI. Anni fa aveva fatto scalpore una sua polemica contro gli ultrà italiani. Stavolta Fabio Capello, ospite del convegno dell'Assoallenatori sui rapporti tra tecnici e arbitri nell'ambito della kermesse sportiva Football Leader, ha attaccato duramente il settore arbitrale, alla presenza dell'internazionale Orsato e del vicepresidente Aia Pisacreta.
Ha detto l'ex allenatore di Juve e Roma: «Racconto un aneddoto, Roma-Atalanta di qualche anno fa: parte una parola dalla panchina, l'arbitro Trentalange viene verso di me e mi caccia. Io dico 'guardi che non sono stato io, non ho detto nulla', poi sono stato allontanato. Ho fatto opposizione tramite la giustizia sportiva, l'arbitro è stato interpellato successivamente e ha confermato che ero stato io. Mi sono beccato un turno di squalifica e otto mila euro di multa. Perché è accaduto così? Perché voi li obbligate a dire delle bugie. Vi chiedete perché in Italia ci sono tante simulazioni? Perché le premiate, un calciatore va a terra e viene premiato con un fallo a favore. Io vado in giro per il mondo, il calcio deve essere anche agonismo e in Italia stiamo perdendo questo aspetto. Moviola in campo? Un tecnico lavora un anno intero, poi viene punito da un errore arbitrale. Al Mondiale con l'Inghilterra sono andato a casa per un errore simile. Il calcio va sempre più veloce, però poi la tecnologia non viene applicata». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino