Champions, chi è Nagelsmann il baby tecnico semifinalista col Lipsia

Julian Nagelsmann
«Non voglio che i miei calciatori mi seguano come soldati. Devono avere le loro opinioni e avanzare le loro idee». È l'allenatore del momento Julian...

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«Non voglio che i miei calciatori mi seguano come soldati. Devono avere le loro opinioni e avanzare le loro idee». È l'allenatore del momento Julian Nagelsmann. Il 33enne tecnico del Lipsia è il più giovane della storia a giocarsi una semifinale di Champions League. E non è lì certamente per caso. Ma per merito. E pensare che in Italia fino a 32 anni non si può allenare in serie A. Lui invece, già a 28, ha preso in mano una panchina tedesca, quella dell'Hoffenheim, portando la sua squadra dal penultimo posto in classifica ad una salvezza insperata. Da quel momento l'ascesa è stata continua.


ADDIO CHOLO

Ieri sera ha fatto fuori Simeone, che solamente contro il Real Madrid, nelle ultime sette stagioni, era finito fuori dalla Champions League nelle partite a eliminazione diretta. E l'ha fatto dall'"alto" della sua esperienza in panchina, portando in campo le sue idee senza snaturarsi mai. E ci è arrivato anche senza Timo Werner, il suo miglior elemento in stagione, passato al Chelsea in estate e non presente in questa ultima appendice di stagione. Lo ha fatto su una panchina di una squadra nata 11 anno fa e giovanissima come lui. Le idee al potere con un 3-4-3 sbarazzino che gli permette di avere sempre il dominio del gioco e degli spazi. 

CONOSCENZA E UMILTÀ


Ma com'è possibile che un tecnico così giovane possa essere seguito così ferocemente dalla sua squadra. È presto detto: «Ci sono due fattori fondamentali: uno è l'intelligenza sociale, l'altro è la conoscenza calcistica. Se questi rimangono in equilibrio, i tuoi calciatori capiscono che puoi insegnargli qualcosa a livello tecnico. E l'età viene dimenticata piuttosto rapidamente». Conoscenza e umiltà quindi, ma anche coinvolgimento nelle scelte anche se «l'ultima parola ce l'ho sempre io» ha detto in un'intervista a precisa domanda. Ecco quindi la chiave che apre la mente ai calciatori e gli permette di entrare in sintonia con gli stessi. Nonostante alcuni siano più grandi di lui e potrebbero cercare di tirare i remi in barca. Ma il sapere è più forte di tutto. E Nagelsmann ne è l'esempio lampante. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino